Una delle grandi conquiste realizzate in questi 10 anni dalla Fondazione Polis è rappresentata dal supporto dato ai familiari delle vittime innocenti della...
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Considerato che le conseguenze dei reati intenzionali violenti possono essere devastanti sia dal punto di vista individuale che dell’intera collettività e che i costi individuali e sociali derivanti da tali delitti sono estremamente elevati, la tutela delle vittime innocenti è diventata un obiettivo prioritario. In particolare: abbiamo attivato un tavolo tecnico presso la Prefettura di Napoli, con la firma di un Protocollo d’Intesa per il coordinamento di iniziative di supporto ai familiari delle vittime innocenti; abbiamo accompagnato i familiari al contatto ed all’inserimento nel Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità; abbiamo predisposto in loro favore un percorso di psicoterapia per l'elaborazione del lutto. Nello stesso tempo, la Fondazione ha condotto, e continua a portare avanti, una battaglia di trasparenza e civiltà nel territorio regionale, affinché si affermino i diritti di un’intera cittadinanza ad una convivenza che si pone in netta contrapposizione alla grave piaga della camorra e della criminalità comune. La Fondazione agisce a tutela dell’interesse del gruppo sociale nel suo complesso, come entità autonoma e diversa dalla somma degli interessi dei singoli. La Fondazione agisce in rappresentanza della collettività regionale colpita dai fenomeni criminali, soprattutto nei casi in cui sono rimaste vittime persone incolpevoli, del tutto estranee a qualsiasi contesto malavitoso.
Ed è proprio in tale ottica che va inquadrato il riconoscimento della legittimazione processuale della Fondazione, la quale, grazie al prezioso contributo del suo esperto legale, l’avvocato Celeste Giliberti, è riuscita a costituirsi parte civile in numerosi processi afferenti agli omicidi delle vittime innocenti di criminalità: da Lino Romano, ucciso durante la terza faida dell'area nord di Napoli il 15 ottobre 2012, a Nicola Nappo, colpito il 9 luglio 2009 a Poggiomarino perché somigliava al vero obiettivo dell'agguato, un pregiudicato del posto.
Il Mattino