Oltre il ritiro degli Usa di Biden: Afghanistan, cosa succede adesso?

È finito il ritiro degli Stati Uniti. È finita la resistenza del governo afghano, o meglio non c’è...

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È finito il ritiro degli Stati Uniti.


È finita la resistenza del governo afghano, o meglio non c’è mai stata.
È finita la guerra più lunga d’America, è finita pure l’invasione talebana.

Ora, però, ai talebani tocca per davvero.
Perché non basta celebrare la vittoria, ma, letteralmente, c’è da fare i conti con un Paese da amministrare e addirittura da rilanciare.

Stop a Biden, stop alle polemiche in retrospettiva con Trump e Obama, stop alle analisi che guardano indietro.

È necessario guardare avanti e la domanda adesso è questa:
Afghanistan, e adesso?

L’unico punto di partenza certo, per i fondamentalisti della Sharia, è la Sharia appunto.

Nel mirino, in ordine neanche troppo sparso: donne, minoranze religiose e peggio ancora presunti “infedeli”, persone LGBTQ e ancora, orrore degli orrori, giornalisti.

Nubi nerissime all’orizzonte, con i primi rastrellamenti e con le prime esecuzioni che, di fatto e a dispetto dei proclami moderati, hanno già avuto luogo.

Il pugno duro serve loro per imporsi, eppure non basta.

L’impianto del Paese è un disastro, ma è pur sempre un impianto. A differenza della guerra civile e del potere gestito tra il 1996 e il 2001, cioè, l’Afghanistan non è un deserto raso al suolo né «villaggi di fango» come cantava qualcuno. Viceversa è un contesto completamente diverso da allora: è urbanizzato, è connesso, è in qualche modo persino evoluto. Esiste eccome, insomma: e versa in una crisi economica senza troppi precedenti nella Storia. Con le immagini delle file di profughi che hanno già fatto il giro del mondo e con picchi di inflazione difficili anche soltanto da calcolare nel corso degli ultimi 15 giorni.

Non ci sono soldi, non c’è cibo e, nonostante le promesse di inclusione, ad oggi non ci sono risposte.
Non a questa domanda, cui non si risponde con gli M16 o con gli AK-47:
Afghanistan, e adesso?

Ai talebani non basterà uccidere.
Ai talebani serviranno soluzioni più vaste per problemi assai più complessi.
Altrove la chiamano politica.

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Il Mattino