Afghanistan: dai fucili ai post su Twitter la sfida social dei talebani

Afghanistan: dai fucili ai post su Twitter la sfida social dei talebani
Le atroci immagini delle donne interamente coperte dal burqa mentre vengono lapidate, o quelle delle statue di Buddha a Bamiyan demolite, sembrano essere dei lontani ricordi. O...

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Le atroci immagini delle donne interamente coperte dal burqa mentre vengono lapidate, o quelle delle statue di Buddha a Bamiyan demolite, sembrano essere dei lontani ricordi. O perlomeno, è ciò che i Taliban vogliono far trapelare per acquisire la necessaria legittimità regionale e internazionale per poter governare l'Afghanistan. Per farlo, sanno che il principale strumento è quello mediatico, e in particolare quello dei Social Media. Eppure, 20 anni fa, internet, sotto il regime talebano, era vietato.

La strategia del movimento talebano mira a utilizzare le moderne forme di comunicazione per consolidare il potere in Afghanistan, dove un afghano su tre è iscritto sui social, e ottenere il riconoscimento internazionale. Lo strumento principale è Twitter, dove il movimento talebano ha un account ufficiale, così come i suoi portavoci ufficiali. Ciò è dovuto al fatto che Twitter, a differenza di Facebook e YouTube, non prevede il blocco dei profili del movimento talebano, oltre al fatto che Twitter è percepito come uno strumento professionale di comunicazione, dove la parola è al centro della piattaforma, a differenza di altri social, come ad esempio Facebook, YouTube o anche Instagram, che mettono al centro le immagini, che sono percepite come religiosamente fuorvianti, e dunque fonte di peccato (haram) dal movimento talebano.
 

L'ECCEZIONE
È dunque su Twitter che i Taliban mettono in atto una strategia comunicativa continuativa e rassicurante, in pashtu, arabo e inglese, dove c'è poco spazio per la spettacolarizzazione della violenza, a differenza di quanto aveva fatto, e continua a fare, l'Isis.

Per i Taliban è evidente il cambio di strategia comunicativa. L'Emirato Islamico dell'Afghanistan, questo il nome ufficiale del movimento talebano e del nuovo Afghanistan, ha un ufficio stampa che sfrutta i social media per cercare di offrire alla comunità internazionale un'immagine rassicurante, soprattutto sul tema dei diritti delle donne.

Oggi che i talebani controllano tutte le 34 province dell'Afghanistan, il palazzo presidenziale a Kabul e l'aeroporto, potrebbero presto assumere il controllo di diversi account Twitter e Facebook gestiti dal vecchio governo afghano. Le società di social media hanno fatto sapere di non escludere che i talebani possano gestire quei canali.

Twitter ha ospitato in passato e continua a farlo, diversi account talebani. Per quanto riguarda Facebook, la piattaforma ha ufficialmente bandito i talebani. Nonostante il veto sancito dai documenti, però, l'azienda afferma che potrà decidere cosa fare con gli account del governo afghano solo quando ci sarà maggiore chiarezza sulla situazione nel Paese.

I tre principali referenti della comunicazione online dei talebani sono Zabihullah Mujahid, portavoce ufficiale dell'Emirato Islamico, Suhail Shaheen, portavoce dei talebani con i media internazionali in inglese, e Dr. M. Naeem, portavoce dell'ufficio politico, e raccolgono nel complesso oltre un milione di followers.
 

L'ACCOUNT DELL'EMIRATO
L'Emirato Islamico ha un proprio account ufficiale su Twitter, dal 2017, e ad oggi conta (la versione in lingua araba) oltre 99mila followers. È su questo account che negli ultimi giorni i Taliban hanno mostrato al mondo la formazione di una squadra di forze speciali chiamata Badr313 (equipaggiata con apparecchiature militari moderne), protagonista anche della presa di controllo dell'aeroporto di Kabul. Su Twitter è presente ufficialmente anche Anas Haqqani, leader dell'omonimo network, l'ala più violenta del movimento talebano, e conta oltre 88mila followers.

La comunicazione dei talebani, per la maggior parte di etnia pashtun, si divide tra la lingua pashtu (assieme al dari, la lingua ufficiale dell'Afghanistan), l'arabo e l'inglese, a seconda del target audience. Il graduale aumento di messaggi in lingua inglese mette in evidenza chiaramente l'ambizione del movimento di comunicare con la comunità internazionale e accreditarsi agli occhi della stessa.

NEL 2000 VIETATA ANCHE LA TV
Un cambio radicale di strategia comunicativa, se si considera che tra la fine degli Anni Novanta e gli inizi dei 2000, i talebani al potere in Afghanistan non soltanto avevano vietato internet ma anche la televisione. Vent'anni dopo, in linea con il trend internazionale, in Afghanistan oltre il 90% della popolazione ha accesso a servizi di telecomunicazione, e dunque anche ai social media. Alla luce di ciò, i talebani non hanno avuto altra scelta che sfruttare a proprio vantaggio questo upgrade tecnologico, piuttosto che puntare nuovamente sul proibizionismo, come era stato fatto negli Anni Novanta. Ciò porta con sé anche un vantaggio sul piano tecnologico-istituzionale e di contro-narrativa Isis, nemico dichiarato dei talebani.

Sul piano tecnologico-istituzionale, sapere che il movimento ha i suoi account ufficiali e legittimati, permette di ridurre l'intensa attività di chiusura di pagine percepite come terroristiche e facilita l'analisi della comunicazione talebana da parte degli uffici stampa e dei Governi regionali e occidentali. Sul piano di contro-narrativa Isis, una comunicazione ufficiale talebana, che pur rimane basata sul concetto religioso di jihad e di applicazione della shari'a, ma soggetta a un'attenta osservazione da parte della comunità internazionale, potrebbe controbilanciare la strategia comunicativa di gruppi come l'Isis, basata esclusivamente sulla teatralità del terrore.

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Il Mattino