Il 15 settembre suonerà regolarmente la campanella d'inizio delle scuole. Lo assicura il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, dopo le polemiche...
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L'allarme sull'inizio a rischio per l'anno scolastico arriva da un'indagine di Tuttoscuola sugli esiti del concorso per i docenti. Se l'obiettivo era quello di coprire 63mila posti, sono invece poco più di 40mila gli insegnanti vincitori, che potranno salire in cattedra, con un 'bucò dunque di 23mila unità. Alla severità della selezione si aggiunge anche il fatto che «per molte classi di concorso ci sarà un eccesso di candidati vincitori, soprattutto in Campania e Lazio, che però non potranno andare ad insegnare nelle regioni dove i posti sono vacanti, soprattutto al Nord». Nell'indagine si sottolineano anche alcuni ritardi nella conclusione dell'iter dei concorsi: «sono oltre 300 le graduatorie di merito finali che arriveranno fuori tempo massimo», ovvero dopo il 15 settembre, data di inizio dell'anno scolastico.
Il sindacato si difende e critica chi punta il dito contro la scarsa preparazione degli insegnanti. Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, piuttosto mette l'accento sul fatto che «questa procedura concorsuale» è «piena di limiti e difetti». «Quanto all'immancabile chiamata di correo rivolta in modo apodittico al sindacato, che sarebbe colpevole di assecondare una condizione di generale lassismo e appiattimento, sarebbe bene ricordare - sottolinea la sindacalista - che da ben nove anni non siamo messi nella possibilità di affrontare nella sede giusta, quella di un rinnovo contrattuale, temi come la formazione in servizio o la valorizzazione professionale».
Sulla stessa linea d'onda l'Anief: «Il concorso a cattedra in corso di svolgimento è stata caratterizzato da continui problemi organizzativi ed errori clamorosi». Diversa invece la polemica della Lega. «Come mai in Regioni come la Lombardia la percentuale di insegnanti risultati non idonei sia del 70% mentre in altre Regioni questa percentuale scende al 40% o addirittura al 31%. Possibile? Troppa severità di giudizio in Lombardia o manica troppo larga nelle altre Regioni?», chiede il vice presidente del Senato Roberto Calderoli commentando i dati dell'inchiesta anticipata dal Corriere della Sera. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino