Annunci, caos e provocazioni: Trump è solo chiacchiere e “cinguettii”

Annunci, caos e provocazioni: Trump è solo chiacchiere e “cinguettii”
WASHINGTON - Una campagna elettorale mai finita, perenne. E un presidente più alla ricerca di prime pagine e titoloni che non di soluzioni. ...

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WASHINGTON - Una campagna elettorale mai finita, perenne. E un presidente più alla ricerca di prime pagine e titoloni che non di soluzioni.


Donald Trump è tutto un azzardo: di annunci, di caos, di provocazioni.

Persino l’ultima mossa in Siria, per quanto volta a riportare a casa le truppe americane così come promesso, sembra più dettata dalla smania di sorprendere che non da quella di risolvere.

Tanti dossier diversi, un unico metodo: quello dello “strillo”, del tweet che di volta in volta arriva puntuale, a caratteri cubitali.

I dazi tra Stati Uniti e Cina?

Una tregua celebrata manco fosse un trionfo. Senza che sia stata pubblicata né firmata alcuna bozza, senza che sia troppo chiaro il percorso che dovrebbe seguire a quella che è stata etichettata come «Fase 1», senza che ci sia, in buona sostanza, un granché da celebrare. Se non il mancato aumento delle tariffe doganali dai 25 ai 30 punti percentuali che si rischiavano in data 15 ottobre.

L’impeachment?

Una battaglia condotta tra accuse e contro accuse. Senza mai nemmeno pensare di doversi difendere, ma viceversa giocata costantemente all’attacco tra «Caccia alle streghe», «Fake News» e addirittura attentati alla democrazia per mano di un presunto sistema liberal che starebbe cercando di farlo fuori politicamente. L’ennesima scusa, insomma, per alimentare la narrativa di uno scontro che è oramai divenuto l’intera scena americana. In cui proprio Trump, anziché andare in sofferenza, sguazza tra consensi convinti che resistono e attenzioni mediatiche che montano come un’onda che mai arriva a riva e mai smette di crescere.

Tornando al punto di partenza, infine: la Siria e la Turchia?

Una decisione avventata, a tratti folle. Presa ragionando esclusivamente in un’ottica di breve periodo (rielezione 2020) che non in termini di possibili conseguenze. Conseguenze drammatiche che in queste stesse ore sono sotto gli occhi del mondo.

A modo suo, un maestro.

Un gigante, di certo non dei contenuti, ma di una comunicazione a stelle e strisce che si ritrova costretta a riconoscere in lui l’unico grande protagonista.


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Il Mattino