La mossa di Berlusconi per annullare la condanna: «Revisione del processo»

La mossa di Berlusconi per annullare la condanna: «Revisione del processo»
È la sua ultima carta difensiva, nel corso di una lunga esperienza da imputato, una fiche giocata in gran silenzio sul tavolo della giustizia italiana, per provare a...

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È la sua ultima carta difensiva, nel corso di una lunga esperienza da imputato, una fiche giocata in gran silenzio sul tavolo della giustizia italiana, per provare a ribaltare una sentenza ormai definitiva. È la mossa di Silvio Berlusconi nel corso della vicenda giudiziaria che lo ha visto soccombere con una condanna a quattro anni di reclusione, al termine dei tre gradi di giudizio per il processo per frode fiscale (inchiesta Mediaset).

Una vicenda che sembrava destinata agli archivi giudiziari (o agli scaffali di storia), che potrebbe avere un esito inaspettato: qualche mese fa, infatti, la difesa dell'ex premier ha depositato dinanzi alla Corte di Appello di Brescia una istanza di revisione, alla luce di fatti nuovi, emersi negli anni successivi il verdetto che costò - va ricordato per inciso - anche lo stop della carriera istituzionale del leader del centrodestra. Una richiesta di revisione che punta a ribaltare la condanna a quattro anni (definitiva il primo agosto del 2013), alla luce di fatti emersi negli anni immediatamente successivi la condanna estiva firmata - tra gli altri - dal giudice campano Antonio Esposito. Si tratta di una coda processuale legata al tentativo dell'ex premier di cancellare quella condanna, che è emersa ieri mattina, in modo puramente incidentale, nel corso di un processo che si sta celebrando a Napoli.

Cosa c'entra il capoluogo partenopeo con i guai giudiziari del Cavaliere? Perché a Napoli si è discusso - anche se in modo incidentale - di una revisione depositata mesi fa dinanzi alla Corte di appello di Brescia? Facciamo un passo indietro e torniamo all'udienza camerale di ieri mattina a Napoli: giudice Vinciguerra, la Procura ha chiesto l'archiviazione dell'accusa di falsa testimonianza nei confronti di tre dipendenti di un albergo ischitano (riconducibile al coordinatore e parlamentare forzista Domenico De Siano), che raccolsero alcune battute (non favorevoli a Berlusconi) da parte del giudice Antonio Esposito, diverso tempo prima della fatidica sentenza estiva in cui Berlusconi venne condannato.

È toccato al pm Maria Di Mauro chiedere l'archiviazione per i tre camerieri, ma anche per l'avvocato calabrese (e napoletano di adozione) Bruno Larosa, che era indagato per abuso d'ufficio; e per lo stesso giudice Esposito, che rispondeva di calunnia nei confronti dell'avvocato Larosa. Non c'è dolo - dice il pm - non c'è materia per portare avanti un processo, tanto da spingere il giudice a ritirarsi per una camera di consiglio non ancora sciolta. Ma è proprio nell'udienza a porte chiuse di ieri mattina, che l'avvocato Larosa (assistito dai penalisti Arnaldo Lepore e Luigi Romano) ha depositato degli atti da cui emerge una recente attività difensiva condotta dalla difesa di Berlusconi, per riaprire i giochi dopo la condanna per il processo Mediaset. Si fa esplicito riferimento al ricorso presentato presso la seconda sezione penale della Corte di appello di Brescia in vista della revisione (ma anche del ricorso ala Corte di giustizia dell'unione europea), sulla scorta di fatti recenti che potrebbero scagionare Berlusconi dall'accusa di frode fiscale nella cosiddetta inchiesta


Un ricorso finora solo annunciato che, si scopre ieri a Napoli, è stato invece formalizzato dinanzi ai giudici di Brescia (titolari dei casi di revisione per i processi nati a Milano), ora chiamati ad esprimersi sul caso legato al tentativo di riabilitazione dell'ex presidente del Consiglio. Ma quali sono i fatti nuovi emersi in questi anni? Cosa ha spinto i legali del fondatore di Forza Italia a chiedere di rivedere le carte del processo Mediaset? Si parte dalle testimonianze raccolte negli anni successivi, a proposito di una sentenza che qualcuno ritiene scritta, quasi una «ossessione» di qualcuno, tanto per usare le espressioni rimbalzate da Milano a Roma e da Napoli a Brescia negli ultimi mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino