Nel giorno in cui i giudici di Strasburgo cominciano a decidere, amici e collaboratori chiedono a Silvio Berlusconi, nella sua Merano dove si divide tra massaggi e saune:...
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IL NUOVO CLIMA
Ma adesso c'è da pensare alla Corte di Strasburgo, e i motivi di tranquillità del Cavaliere riguardano il contesto generale: «Non siamo più come prima, quando io ero il bersaglio da colpire. Oggi con il Ppe i rapporti sono ottimi, come pure con la Merkel, e Tajani nel grande palcoscenico della presidenza del Parlamento europeo sta dando agli occhi la garanzia di ciò che siamo: dei liberali, dei moderati, una grande forza tranquilla in una Europa tempestosa».
Se poi per «miracolo» gli verrà concessa subito la candidabilità, come alcuni nel suo stretto giro non smettono di sperare, Silvio è prontissimo a trasformarsi in SuperSilvio. Per ora, ragiona così: «Io sono sempre io, e farò da trascinatore. Ma la vera novità saranno i nostri candidati. I grillini ormai li conosciamo: ragazzi inesperti che non hanno voluto imparare e che sui territori nessuno conosce. Lì vale solo il brand. Il Pd ha la zavorra delle lotte interne al centro-sinistra. Noi presenteremo quote rilevanti di candidati provenienti dalla società civile, giovani e freschi, e Strasburgo o non Strasburgo, partiamo in grande vantaggio e gli altri già ci stanno inseguendo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino