OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Erano le 23.30 di sabato sera quando le suore di Sant’Anna (Chioggia) hanno sentito suonare il campanello della loro abitazione. Una di loro si è affacciata alla finestra, chiedendo chi fosse anche se, in qualche modo, già lo sapeva. Appena si è fatta vedere, è stata accolta da una sequela di bestemmie, alle quali ha cercato di reagire con poche parole: «Andate via, lasciateci in pace». La risposta è stata un lancio di sassi che ha rotto i vetri della finestra e spaventato ancor di più la religiosa. Ed è solo l’ultimo episodio tra i tanti compiuti da alcuni ragazzi contro le suore e i religiosi del paese.
L'Aquila, pestaggio tra baby bulli: al ragazzino rompono i denti
PROVOCAZIONI CONTINUE
Un problema che si trascina da anni. «Almeno una decina - come spiega il parroco, don Giovanni Natoli -. Già i miei predecessori, prima don Lorenzo e poi don Nicola, hanno avuto a che fare con comportamenti simili. Don Lorenzo aveva fatto installare le telecamere dentro e fuori la chiesa. Quando c’era don Nicola, nel 2016, avevano incendiato la sala parrocchiale. E adesso...».
Adesso è uno stillicidio di provocazioni. «Si tratta di un gruppo di ragazzi tra i 15 e i 17 anni – dice don Giovanni – che si ritrovano nei dintorni della chiesa e dell’asilo. Di notte si mettono sui gradini a fumare, ma questo non sarebbe un problema. Spesso, però, suonano i campanelli della canonica o delle suore». Le religiose, infatti, vivono in un “convento” che, in realtà, è una palazzina residenziale a due passi dall’asilo, dove prestano la loro opera, e appena a poche decine di metri dalla chiesa della frazione, dove si recano abitualmente per assistere alle funzioni. «Quando le vedono passare, di giorno, cominciano a bestemmiare per farsi sentire».
Baby violenti, Ammaniti: «Giovani,senza una guida cercano il branco: disagio crea aggressività»
«Non abbiamo sporto denuncia – aggiunge – e non lo faremo, perché pensiamo che sia giusto che intervengano i loro genitori a frenare questi comportamenti. Però aggiungeremo telecamere anche davanti all’asilo». E proprio il rapporto con le famiglie è il “nodo” di questa vicenda. I ragazzi sono del posto e, anche se don Giovanni non li conosce, la loro identificazione, da parte delle forze dell’ordine, non sarebbe certo difficile. E anche se i “piromani” del 2016 non sono, probabilmente, i “bestemmiatori” del 2022, c’è una sottile linea rossa di disagio giovanile che collega questi fatti, passando per quelli analoghi, qualche anno fa, del ragazzino che prendeva a pallonate la porta della chiesa, mentre la mamma era al bar e di quello che, alle tre di notte, ha distrutto gli addobbi natalizi in piazza mentre la mamma lo credeva a dormire in camera sua, entrambi ripresi dalle telecamere ma giustificati dalle famiglie.
Il Mattino