Biden lotta contro il Covid e l’inflazione: ma gli Usa sono in recessione?

Biden lotta contro il Covid e l’inflazione: ma gli Usa sono in recessione?
Un’economia inspiegabile, quasi irraccontabile. Joe Biden è alle prese con l’ennesimo contagio personale da...

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Un’economia inspiegabile, quasi irraccontabile.

Joe Biden è alle prese con l’ennesimo contagio personale da Covid, ma anche e soprattutto con tutto quanto il resto.

Con il secondo trimestre consecutivo di calo del Pil, ad esempio.

E proprio su questo, gli economisti americani e di mezzo mondo si interrogano.

Un doppio colpo del genere è sufficiente a configurare una recessione? 

Si accavallano risposte e teorie, spesso più sulla base di antipatie e simpatie politiche che non di oggettivi fondamenti scientifici.

La linea ufficiale, almeno per il momento e in particolare della Casa Bianca, è: no.

Certo, però, non tira una bella aria.

Con un’inflazione devastante che ora fa davvero spavento. Al 9,1%, al suo massimo negli ultimi quarant’anni.
Un record negativo che fa letteralmente tremare le basi dell’economia, ma pure della società.
Diversi sondaggi, infatti, rilevano l’allarme tra i cittadini americani, che soltanto nel 2021 percepivano l’emergenza inflazione solo tra il 41% degli intervistati. Oggi quella stessa percentuale schizza al 75%.
In altre parole, insomma: la loro principale preoccupazione.

Con gli stipendi che non aumentano di pari passo, anzi affatto.
E con un potere d’acquisto eroso fino al midollo, senza nemmeno contare l’impazzimento di benzina e beni di prima necessità in generale.

Unico dato positivo per il presidente in carica, e qui la stravaganza di un momento storico-economico davvero difficile da fotografare, proprio il mercato del lavoro. Anche questo da record, ma per fortuna questa volta in positivo: disoccupazione al 3,6%, e dunque “naturale”, sostanzialmente inesistente.

Una piena occupazione che tuttavia non si traduce in un’approvazione dell’operato di Biden, la cui popolarità è ferma, inabissata attorno al 30%, persino tra le file del suo stesso partito.
Che dice di volerlo di nuovo in primissima linea nel 2024, ma che tra gaffe e svarioni, di cui oramai si è perso il conto, in realtà non lo vuole.

Chissà se lo vogliono ancora i suoi elettori?


Più che ai posteri: a novembre e alle elezioni di midterm una prima ardua sentenza Leggi l'articolo completo su
Il Mattino