Per la seconda volta la Bolivia ha un presidente donna. La senatrice di opposizione Jeanine Áñez si è autoproclamata presidente della Bolivia prendendo il...
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Bolivia nel caos, Evo Morales si dimette ma non lascia il suo paese
A seguito delle dimissioni delle principali cariche istituzionali del paese, e in quanto vicepresidente del Senato, Áñez era stata individuata come la persona che sarebbe dovuta diventare presidente ad interim e guidare la Bolivia verso nuove elezioni. La sua nomina è stata però molto contestata ed è stata definita da Morales, che da giovedì si trova in Messico, come un «il golpe più subdolo e nefasto della storia».
Bolivia, Papa Francesco
Áñez ha detto: «Di fronte all’assenza definitiva del presidente e del vicepresidente, come stabilisce la Costituzione, come presidente del Senato, assumo immediatamente la presidenza dello stato prevista dall’ordine costituzionale e mi impegno ad adottare tutte le misure necessarie per pacificare il paese». Áñez era diventata presidente del Senato dopo le dimissioni di Adriana Salvatierra, anche lei del partito di Morales. É la seconda donna a diventare presidente della Bolivia, dopo Lidia Gueiler, che rimase a capo del governo per soli 244 giorni tra il 1979 e il 1980.
Añez è originaria della città di Trinidad, nella provincia di Beni, avvocato, dal 2006 al 2008 è stata membro dell’Assemblea costituente incaricata di scrivere la nuova Costituzione. Poi è stata senatrice per il dipartimento nord-orientale di Beni con il partito di destra Plan Progreso para Bolivia–Convergencia Nacional, che all’epoca rappresentava la principale forza politica di opposizione del Paese.
Anche se la tensione nelle strade della Bolivia è diminuita nelle ultime ore, i settori vicini a Morales (militanti del Mas, sindacati, minatori del settore pubblico, insegnanti rurali e contadini del Tropico di Cochabamba) sono sempre sul piede di guerra e decisi a dare battaglia ad un potere che considerano anticostituzionale. Polizia e militari sono dovuti intervenire in forza nel dipartimento di Santa Cruz, dove sostenitori dell'ex capo dello Stato avevano occupato l'intero municipio di Yapacan. E gli Stati Uniti hanno chiesto ai familiari dei dipendenti di rappresentanze diplomatiche e imprese di abbandonare il Paese. Il Brasile riconosce il nuovo presidente.
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Il Mattino