Covid Italia, come sono cambiate le cure tra tamponi, test sierologici e farmaci antivirali

Covid Italia, come sono cambiate le cure tra tamponi, test sierologici e farmaci antivirali
Tracciamento, test sierologici, tamponi, cure: i contagi, a causa di Sars-Cov-2, tornano alti ma rispetto ad aprile cosa conosciamo di più del virus e cosa sappiamo fare di...

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Tracciamento, test sierologici, tamponi, cure: i contagi, a causa di Sars-Cov-2, tornano alti ma rispetto ad aprile cosa conosciamo di più del virus e cosa sappiamo fare di più e meglio rispetto alla prima ondata? In cosa è cambiato il sistema dei tamponi e del tracciamento dei positivi?


Rispetto alla prima fase oggi distretti e dipartimenti di prevenzione delle Asl sono organizzati meglio e con procedure standardizzate. Nella fase iniziale dell'epidemia le regole di ingaggio erano vano solo alle persone con sintomi.
 
Chi richiede i tamponi?
Centrale è il ruolo del medico di famiglia e dei pediatri o loro sostituti (che dovrebbero essere raggiungibili telefonicamente dalle 8 alle 21). I principali sintomi sono febbre, tosse, raffreddore, mancanza di gusto e olfatto e talvolta anche diarrea e vomito, oltre che affanno e insufficienza respiratoria. Il tampone oggi viene prenotato su una piattaforma informatica unica regionale.

Chi esegue il tampone?
La segnalazione viene automaticamente raccolta dai dipartimenti di prevenzione che dispongono l'invio a domicilio del paziente, entro 24/48 ore di una unità mobile (Usca) o presso una struttura indicata. Gli esiti sono comunicati dai medici o dalla Asl. In alcuni casi il medico ha con ritardo notizia dell'esito e questo è un bug del sistema da correggere. In attesa del risultato il caso sospetto deve restare in isolamento.

Chi segue i positivi?
All'esito positivo in paziente andrà in quarantena domiciliare seguito da una equipe multidisciplinare e multispecialistica con l'ausilio di sistemi di monitoraggio a distanza e device di telemedicina per il controllo dei parametri vitali. Solo i casi più gravi sono ospedalizzati. I negativi tornano liberi alla socialità.

I test sierologici sono utili?
Sono in grado di valutare la presenza nel sangue di anticorpi anti Covid: Igm (di fase acuta) e IgG (della memoria) che compaiono a infezione superata con sviluppo di immunità. Un IgM positivo è infettivo e un IgG positivo immune. Il Covid è tuttavia imprevedibile. In caso di positività al test sierologico è sempre obbligatorio eseguire un tampone di controllo.

E i test sierologici rapidi?
Sono su sangue da puntura del dito. Hanno una più bassa attendibilità e specificità e sono usati solo per indagini di screening. sono pressoché in disuso ed utilizzati a esaurimento.

Come si sviluppa l'infezione?
Con l'ingresso attraverso bocca, naso e occhi di una dose dose di virus proporzionale alla carica virale liberata dal paziente contagiante. Dipende da durata e distanza del contatto e dal numero di contatti avuti dal contagiato con diversi contagianti. Per questo servono mascherina, distanziamento e disinfettanti per prevenirla. La partita si gioca nel rapporto tra difese immunitarie lungo le vie di ingresso e quantità di virus inalata (dose di esposizione). È provato che attività fisica intensa praticata nei giorni di incubazione del virus aumentano la possibilità di trasporto nelle vie aeree profonde.

Quali antivirali sono efficaci?
L'unica terapia scientificamente validata contro il Sars Cov 2 è l'antivirale Remdesivir nato per la cura di Ebola. Da settembre sarà distribuito in commercio mentre attualmente vige l'uso compassionevole. La Campania ha un sistema centrale di validazione e distribuzione tramite la Regione e l'Aifa che in poche ore dalla richiesta garantisce la fornitura del farmaco in qualunque Covid center.

E le altre cure?
Dopo 10 giorni circa dal contagio sintomatico il sistema immunitario inizia a produrre la reazione contro il virus. L'immunità funziona sulla base di un processo infiammatorio che quando non è ben regolato produce danni a vari organi e apparati. Si sono dimostrati utili i corticosteroidi in particolare il desametasone, antri antinfiammatori come la clorochina (di recentemente riabilitata a basse dosi come antinfiammatorio), la colchicina, inibitori del complemento, lo stesso Tocilizumab come anti-interleuchina 6 quando quest'ultima schizza a valori fuori controllo.

E contro le trombosi?

È usata in dosi generose l'eparina a basso peso molecolare. Nei protocolli sviluppati al Cotugno si usano molto anche le immunoglobuline (anticorpi) non specifiche ed è in fase di avvio l'uso del siero iperimmune. Imminente l'uso degli anticorpi monocolonali di sintesi contro la proteina spike del virus. In alcuni casi si procede alla eliminazione dei fattori infiammatori in circolazione extracorporea. La fase polmonare rianimativa oggi è curata in terapia sub intensiva con maschere a ossigeno non invasive.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino