Covid, missione sospetta in Italia: «Non solo aiuti, i russi cercavano informazioni»

Covid, missione sospetta in Italia: «Non solo aiuti, i russi cercavano informazioni»
«Non si fa un’operazione di intelligence sfilando per l’Italia con i camion militari alla luce del sole né ci sono evidenze che mentre i russi erano qui...

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«Non si fa un’operazione di intelligence sfilando per l’Italia con i camion militari alla luce del sole né ci sono evidenze che mentre i russi erano qui siano riusciti a fare anche altro. Certo, si può discutere sul fatto se quella missione fu pagata economicamente anche dall’Italia o che di sicuro sia stata comunque un’operazione di propaganda portata avanti dalla Federazione Russa sia al proprio interno che nel nostro Paese». Non può svelare i particolari, ma Raffaele Volpi, presidente del Copasir nel 2020, quando in Italia arrivarono i militari russi, ufficialmente per aiutare il nostro Paese a fronteggiare la prima ondata della pandemia, si dice certo che in quel periodo la delegazione inviata da Putin non riuscì ad intaccare il perimetro di sicurezza italiano. «Eppure - raccontano fonti della Difesa - il tentativo dei russi ci fu. «Le sedute del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica - spiega Volpi - sono secretate. Ma non ritengo che l’Italia abbia potuto subire qualche intrusione, del resto i nostri Servizi di intelligence sono capaci, efficienti e professionali e non hanno mai perso di vista cosa facevano i russi nel nostro Paese in quel periodo».

La vicenda che racconta Volpi è quella relativa al 22 marzo del 2020. L’Italia era il Paese più colpito al mondo dai contagi Covid e - dopo una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e l’allora presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte - il nostro premier acconsentì all’arrivo di un contingente russo sul nostro territorio per aiutare i medici italiani. Una missione che durò dalla fine di marzo agli inizi di maggio, con tanto di contingente russo che sfilò da Roma alla Lombardia con le bandiere della Federazione. Una missione sanitaria che però, su 104 unità, contava su appena 28 medici e 4 infermieri, tutti gli altri - 72 - erano militari, anche generali che oggi sono al fronte per invadere l’Ucraina. Sin da subito si levò l’allarme che quella missione formalmente umanitaria potesse trasformarsi in un’operazione di intelligence per carpire informazioni sul nostro territorio. Non ci fu pericolo, ma i russi fecero comunque dei tentativi proponendosi di sanificare l’intero territorio italiano, compresi gli uffici pubblici e sedi istituzionali a partire dalla Lombardia. Fu a quel punto che il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, di concerto con l’allora generale del Coi (Comando operativo interforze), Luciano Portolano, oppose un netto rifiuto all’iniziativa di Mosca chiedendo loro di occuparsi solo di ospedali e case di riposo. Di qui, probabilmente, nascono anche le recenti minacce inviate al nostro ministro della Difesa. 

Per l’allora premier Giuseppe Conte queste ricostruzioni sono «insinuazioni e allusioni senza alcun fondamento, complottismi». Così ha risposto l’ex presidente del consiglio sulla possibile infiltrazione russa incalzato ieri dal Mattino nel corso della sua visita a Napoli. «Questa vicenda è molto chiara e trasparente, in un momento di estrema difficoltà c’è stata da parte della Russia e di Putin in particolare l’offerta di mandare un gruppo di sanitari, scortato dai militari, in ragione della grande esperienza da loro maturata in questo settore nelle precedenti pandemie». L’ex premier ha ricostruito i passaggi, parlando di una scelta condivisa. «Avvertii - ha spiegato il leader M5s tirando in ballo i membri del suo esecutivo, l’intelligence e il Copasir - anche il ministro della Difesa e gli altri ministri. Accettammo questo aiuto. Mi sembra che al di là dei complottismi e delle situazioni di chi fa dietrologia, sia il ministro della Difesa, sia i direttori dei Servizi di intelligence, davanti al Copasir hanno chiarito che questa missione per tutti i dati acquisiti, è stata una missione sempre accompagnata dai nostri militari, i quali hanno certificato che la missione ha avuto solo uno sviluppo in ambito sanitario come era stato anticipato». Conte non si è detto preoccupato di possibili sviluppi di quella vicenda nonostante le recenti minacce russe all’Italia. 

Se problemi in ordine alla nostra sicurezza nazionale furono sventati, quello russo però non fu un “aiuto” a costo zero. Ad un’interrogazione presentata dall’esponente radicale di Più Europa, Riccardo Magi, il governo rispose che per ospitare i militari inviati da Mosca fu il nostro Paese ad accollarsi le spese per ospitare in albergo i soldati russi, ma pure - come rivelò la Stampa - centinaia di migliaia di euro per le spese di volo tra Roma e Mosca. La propaganda russa pagata con le tasse dei contribuenti italiani, ma per Conte fautore della telefonata con Putin, si tratta di «complottismi». 

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Il Mattino