Covid. Telefonini, asciugamani, plastica e banconote: ecco i nascondigli preferiti dal virus

Se il Sars Cov 2 circola, si diffonde e si sposta lo deve ai gesti più semplici che chiunque compie ogni giorno. La trasmissione delle infezioni avviene, infatti,...

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Se il Sars Cov 2 circola, si diffonde e si sposta lo deve ai gesti più semplici che chiunque compie ogni giorno. La trasmissione delle infezioni avviene, infatti, soprattutto attraverso i droplets, ossia le goccioline che si eliminano quando si parla, si respira, si tossisce, si starnutisce. Essendo minuscole, viaggiano nell'aria a non più di un metro di distanza. Può capitare però che si posino su oggetti o superfici vicini. E, a questo punto però, il guaio lo fa il malcapitato che li tocca: se non si lava subito le mani, finirà infatti col portare a spasso il virus. «Le mani, come continuiamo a dire da sempre, dobbiamo lavarcele spesso - ribadisce Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano - se le mettiamo in bocca, infatti, è ovvio che sono il primo fattore di rischio». Come lo è la condivisione degli oggetti. 

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«Sicuramente, scambiarsi il telefono è un altro comportamento da evitare, perché quando uno parla, se è contagiato, la quantità di goccioline emesse cariche di virus è ovviamente maggiore rispetto a quando si respira soltanto». Dunque, mai usare lo stesso telefono, neanche quello fisso a casa. «Va evitato poi lo scambio di bicchieri, posate e bottiglie. Soprattutto tra i giovani, queste abitudini sono comuni. Stesso accorgimento va seguito a casa per i teli da bagno». Per interrompere la trasmissione indiretta, dunque, basta evitare di introdurre il virus nel nostro organismo. Se infatti il Sars Cov 2 si trova posato su uno smartphone, resta lì, immobile. «Tra il dispositivo e le mucose intervengono le mani - ribadisce Patrizia Laurenti, professoressa di Igiene dell'Università Cattolica di Roma - non è che il virus vola in bocca o nel naso».

Se si è distratti, è bene comunque «disinfettare i dispositivi, ma meglio ancora è bene lavarsi le mani». Stesso accorgimento per le banconote. «E' più sicuro l'utilizzo della moneta elettronica, meglio ancora il contactless, perché il bancomat lo tocca solo il proprietario, viene poggiato sul lettore, e quindi si tratta di una manovra sicura». Bisogna quindi ricordare sempre che gli oggetti di uso comune, come le maniglie delle porte, gli interruttori, i pulsanti dei citofoni o anche degli ascensori, possono essere contaminati. Se non si possono usare le scale, specifica Laurenti, «è bene tenere conto che anche negli ascensori è necessaria la distanza di almeno un metro. Quindi, se è affollato, meglio attendere il successivo».

Che il Sars Cov 2 goda di buona autonomia soprattutto su alcuni materiali lo dimostrano diversi studi. Secondo il Ministero della Salute, infatti, particelle virali infettanti sono state scovate fino a 7 giorni sul lato esterno delle mascherine chirurgiche e fino a 4 su quello interno. Su plastica e acciaio inox fino a 4 giorni. Fino a due giorni, invece, su vetro e banconote. Un giorno soltanto sul tessuto e il legno e fino a 30 minuti su carta da stampa e velina. Se poi il virus prediliga l'umidità o il freddo, ancora gli scienziati non lo sanno. Per il momento, chiosa Laurenti, «non mi sembra che il Sars Cov 2 sia comunque un virus sensibile alle condizioni microclimatiche». Per evitare di portare in giro il virus, è bene comunque disinfettare spesso. Secondo le linee guida del Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie Europeo, di quello Statunitense e dell'Oms, «la pulizia con acqua e normali detergenti neutri associata all'utilizzo di comuni prodotti disinfettanti è sufficiente per la decontaminazione delle superfici».

È stato poi dimostrato che disinfettanti a base di alcol o ipoclorito di sodio sono in grado di ridurre il numero dei virus. Dopodiché, serve però la massima attenzione agli oggetti utilizzati per la pulizia: stracci, panni spugna, carta, guanti monouso, mascherine, come raccomanda il ministero, «dovranno essere conferiti preferibilmente nella raccolta indifferenziata». E, comunque, i rifiuti vanno posti in «sacchi di idoneo spessore, utilizzandone eventualmente due, uno dentro l'altro ed evitando di comprimere il sacco durante il confezionamento per fare uscire l'aria». Fondamentale poi «lavarsi accuratamente le mani al termine delle operazioni di pulizia e di confezionamento rifiuti», anche se si indossano i guanti.

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Il Mattino