Il tema più spinoso era quello della castrazione chimica, che ha diviso Lega e Cinque Stelle, con tanto di botta e risposta fra il ministro Giulia Grillo e Matteo Salvini....
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Castrazione chimica, altolà M5S: il governo si spacca
Il risultato della protesta alla Camera, appoggiata dalle deputate di Pd e Fratelli d'Italia, è stato comunque la sospensione della seduta e il rinvio a martedì del disegno di legge 'codice rossò sulla violenza delle donne che, invece, avrebbe dovuto ottenere il via libera in giornata. A introdurre il tema revenge porn, che mira a punire la divulgazione di immagini intime senza il consenso dell'interessato, è stata Laura Boldrini (Leu), con un emendamento. Ma la maggioranza lo ha bloccato. «È solo una questione di tempi», ha spiegato il ministro Giulia Grillo, perché si tratta di «una battaglia condivisa.
Sul revenge porn abbiamo già una proposta di legge incardinata al Senato». Anche la parlamentare del Movimento 5 Stelle Giulia Sarti, che ha scritto un post «in virtù di quel che ho passato, io così come molte altre donne», ha difeso la scelta del Movimento: «La questione - ha spiegato - non può certo risolversi attraverso l'approvazione di un mero emendamento». A far scoppiare l'ennesimo scontro fra le due forze di maggioranza è stato invece l'emendamento della Lega sulla castrazione chimica. L'obiettivo, ha spiegato il ministro Giulia Bongiorno in un'intervista al Messaggero, è «inserire la possibilità di subordinare la sospensione della pena ad un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido».
A Montecitorio c'è chi ha associato questa mossa a un match sulla paternità del provvedimento, contesa fra la Bongiorno e il ministro Cinque Stelle Alfonso Bonafede. In particolare, la Lega contesta al Guardasigilli le modifiche apportate dai Cinque Stelle al ddl. I leghisti ritengono che la modifica del testo originario abbia di fatto reso l'iter più lento e farraginoso. Per il Movimento, questa proposta della castrazione chimica è «una presa in giro alle donne», un modo per sfruttare «la loro paura per fare campagna» elettorale. «Non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l'integrità psicofisica di una persona - ha commentato il ministro Grillo - Sono ministro della Salute e anche un medico. Lavoriamo sull'inasprimento delle pene. È là, fra virgolette, che dobbiamo castrare certi comportamenti, che sono obbrobriosi».
In aula se ne riparlerà martedì.
Il Mattino