Quello uscito dalle urne domenica sera è un quadro politico molto chiaro, dove, però, nessuno dei contendenti in campo può dire di avere la maggioranza nei...
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Una situazione paradossale che non è sfuggita a Maurizio de Giovanni, che ha voluto dire la sua su Facebook. In un post pubblicato nella giornata di ieri lo scrittore partenopeo ha innanzitutto riportato la sua personale versione delle dichiarazioni post-voto dei due leader. A cominciare da quelle di Luigi Di Maio: «Ho vinto io. Perché sono il capo del partito che ha ottenuto più voti, quindi è inevitabile che mi si dia l'incarico di formare il governo. Finalmente nascerà la terza repubblica, quella dei cittadini, e darò un reddito mensile a tutti così chiunque potrà trovare convenienza nel continuare a lavorare a nero, così di fatto quelli che pagano le tasse manterranno quelli che non le pagano. E voglio vedere chi potrà dire niente, al partito più votato».
Ed ecco come Matteo Salvini risponde al suo rivale nell’immaginazione di de Giovanni: «No, ho vinto io. Perché sono a capo del partito più votato all'interno della coalizione più votata, quindi è inevitabile che mi si dia l'incarico di formare il governo. Certo, mancano una cinquantina di deputati e una ventina di senatori, ma quelli me li compra zietto in cambio di quello che gli serve, c'è già la fila. E darò una pistola a ogni famiglia, così potranno tutti sparare all'uomo mascherato o all'uomo nero se di notte cercano di entrare in villa. E dimezzerò le tasse, così entro un paio d'anni le pagheranno tutti. E chi se ne frega dell'Europa, per l'Itaglia decidono gli itagliani. E l'euro, l'ho sempre detto, è stato un errore».
Poi, lo scrittore ci ha aggiunto le dichiarazioni del grande sconfitto, Matteo Renzi, che nella sua immaginazione medita vendetta: «E invece ho vinto io. Perché mi siederò sulla riva del fiume, senza fare accordi e senza fornire appoggi né interni né esterni, e aspetterò il vostro cadavere quando l'Europa, che è mia amica, pretenderà il rispetto di impegni e aliquote e vi metterà in ginocchio come ha fatto con Tsipras. E dopo tre o quattro anni di medioevo mi ridaranno il giocattolo con un bel fiocco, e tante scuse. Tanto io sono ggiovane, no? E i ggiovani ci hanno tempo».
Il post si conclude con un lapidario commento di de Giovanni: «Noi? Ah, ma noi siamo quelli che hanno perso. Tutti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino