Fabrizio Corona esce dal carcere e torna in una comunità terapeutica. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Milano che ha concesso all'ex fotografo dei vip...
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Fabrizio Corona ha «una forte motivazione personale ad intraprendere il percorso di cura» dalla dipendenza dalla cocaina e il «tempo trascorso nell'ultima detenzione sembra aver dispiegato un effetto deterrente assai importante».
«Sono contento di essere uscito, ringrazio il magistrato, ma sono anche incazzato per la fatica, perché ci sono voluti 16 mesi ad ottenere ciò». Sono le prime parole di Fabrizio Corona, uscito dal carcere milanese di San Vittore, riferite dal suo legale, l'avvocato Ivano Chiesa. Il difensore ha fatto notare anche lui la «fatica» per ottenere la scarcerazione. «Potevano bastare 16 giorni non 16 mesi», ha detto.
Il legale ha spiegato che a Corona il giudice ha concesso un «affidamento terapeutico semiterritoriale», ossia da mattina a sera dovrà restare nella comunità di Limbiate e poi potrà tornare a casa a dormire, mentre «la domenica dovrà restare in casa». Nelle prescrizioni il giudice ha vietato all'ex 'fotografo dei vip' di «usare i social, di telefonare ad altre persone» che non siano i suoi legali e i familiari, «di rilasciare interviste e di diffondere immagini». Il legale ha sottolineato che Corona, come ribadisce ormai da tempo, «è un altro uomo, ha una maggiore consapevolezza e in questi anni ha pagato 8 milioni di euro di tasse». Il 27 marzo prossimo ci sarà un'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale per discutere la conferma del provvedimento di oggi, ma anche la richiesta della difesa (è assistito dai legali Antonella Calcaterra e Luca Sirotti) di revocare la decisione con cui i giudici, mesi fa, gli tolsero l'affidamento in prova. «Corona - ha spiegato Chiesa - ha già scontato 5 anni e 5 mesi sugli 8 anni e 8 mesi di cumulo totale delle pene e se la Sorveglianza dovesse revocare quel provvedimento gli rimarrebbero da scontare due anni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino