Gaia e Camilla morte in corso Francia a Roma, la perizia: «Non erano sulle strisce, è concorso di colpa»

La morte di Gaia e Camilla in Corso Francia, la perizia: «Non erano sulle strisce, è concorso di colpa»
L’auto che le ha travolte andava forte, ma Gaia e Camilla non attraversavano sulle strisce. Punta al concorso di colpa la consulenza del perito del pubblico ministero...

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L’auto che le ha travolte andava forte, ma Gaia e Camilla non attraversavano sulle strisce. Punta al concorso di colpa la consulenza del perito del pubblico ministero deposita in Procura sull’incidente in cui, pochi giorni prima dello scorso Natale, in Corso Francia, persero la vita Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann.


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Le ragazze, entrambi sedicenni, furono travolte e uccise dall’auto guidata dal figlio del regista Paolo Genovese, Pietro, 20enne. Secondo le nuove carte, dunque, l’investitore procedeva a velocità troppo sostenuta, ma le ragazze avrebbero attraversato lontano dalle strisce ed erano difficilmente visibili. La relazione, in sede di processo, potrebbe comportare un alleggerimento della posizione di Genovese.  

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Al consulente tecnico della procura era stato chiesto - presa visione del veicolo, dello stato dei luoghi, dei rilievi effettuati dalla polizia locale - di accertare quale fosse «la velocità e il punto d’urto, la corsia percorsa, la sincronizzazione delle lanterne semaforica pedonale e veicolare. Ma anche accertare le condizioni di visibilità al momento del sinistro». Il fulcro rimaneva la dinamica dell’incidente: Gaia e Camilla erano sbucate all’improvviso, attraverso la strada e passando con il rosso? L’auto si sarebbe potuta fermare? Pietro Genovese, nel frattempo, si trova ai domiciliari. La difesa non aveva chiesto l’annullamento della misura cautelare. Il giovane aveva deciso, infatti, di affidarsi al prosieguo delle indagini della procura per dimostrare l’impossibilità di evitare l’impatto dopo essere regolarmente partito col verde semaforico. 
 
La polizia municipale aveva escluso tracce di frenata. E, del resto, lo stesso Pietro Genovese, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Bernadette Nicotra, che il 26 dicembre ne aveva disposto i domiciliari, aveva riferito di essersi accorto delle due sedicenni solo dopo l’impatto. A metà febbraio, sul luogo dell’incidente, erano stati effettuati gli esami per la super-perizia: rilievi serviti a prendere le misure per confrontarle con quelle rilevate dalla polizia subito dopo l’incidente. Misurazioni servite a fare luce su quanto accaduta quella maledetta notte.

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Il Mattino