Meloni, quando avrà l'incarico? Quirinale pronto, ma il primo passo tocca alla coalizione

Meloni, quando avrà l'incarico? Quirinale pronto, ma il primo passo tocca alla coalizione
Scorciatoie non ce ne sono, ma l’intenzione di tutti è non perdere tempo. Pnrr, legge di bilancio e crisi energetica del resto non ammettono ritardi. E quindi,...

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Scorciatoie non ce ne sono, ma l’intenzione di tutti è non perdere tempo. Pnrr, legge di bilancio e crisi energetica del resto non ammettono ritardi. E quindi, quantomeno nelle intenzioni di chi è ai vertici del partito di Giorgia Meloni, il primo governo a traino Fratelli d’Italia «può nascere già una settimana dopo l’insediamento delle Camere». Tra il 17 e 23 ottobre calendario alla mano. 

Il Colle poi, non ha intenzione di sollevare obiezioni particolari - il mandato assegnato dalle urne a Fratelli d’Italia è netto - ma non farà sconti. E dunque Sergio Mattarella, al pari di quanto fatto nelle quattro occasioni precedenti, dopo le consultazioni di prassi assegnerà a Meloni l’incarico di addensare attorno a sé una maggioranza. Toccherà poi alla leader fare il passo decisivo e dettare il ritmo della partita. Il Quirinale infatti si limiterà ad aspettare che Meloni si garantisca il sostegno di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, senza ammettere eventuali forzature. 

Nella mente c’è l’iter rapido architettato proprio dal Cav nel 2008 quando, per arrivare al record di un governo nato in 24 giorni, Berlusconi si presentò alla convocazione del Colle con già la lista dei ministri tra le mani. Né tanto meno verrà lasciato alcun margine sulle questioni considerate non negoziabili da Mattarella come il posizionamento occidentale ed convintamente europeo dell’Italia.

Paletti che però, come si racconta tra i fedelissimi meloniani, Giorgia non ha intenzione di ignorare. Anzi. L’obiettivo è semplicemente è non impelagarsi in «improbabili» litigi politici. Eppure qualche fremito si intuisce quando l’occhio cade sul vertice della Lega di oggi. «Se cominciano una guerra tra loro le cose si complicano». 

Nessuno però ora vuole pensarci. L’iter è piuttosto definito: dopo la proclamazione degli eletti attesa nei prossimi giorni, il 13 è prevista la prima seduta, cioè la riunione in cui si decideranno i nomi dei presidenti e la formazione dei gruppi. «In massimo due o tre giorni è tutto fatto» spiegano ancora da FdI. A quel punto il Colle di prassi convoca le consultazioni. «Che possono iniziare anche nel weekend». E così, dopo un breve passaggio tra ex presidenti della Repubblica (in questo caso probabile una telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano), poi i due presidenti appena eletti delle Camere e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento, si passa a capigruppo e i leader dei partiti. 

«Magari va direttamente la coalizione», in modo da ottenere rapidamente l’incarico a premier. A quel punto sarebbe tutto in discesa e, dopo un’ulteriore rapida fase interlocutoria, si arriverebbe alla squadra di governo, al giuramento e alla fiducia di Camera e Senato, che però va fissata dai presidenti delle Aule. In altri termini la sensazione è che - al netto della campagna elettorale difficile - l’avvio di questa legislatura potrebbe essere molto meno turbolento di cinque anni fa quando furono necessari quasi 89 giorni per trovare la quadra. 

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Il Mattino