Giuseppe Conte chiama Di Battista: «M5S con lui e Di Maio»

Giuseppe Conte chiama Di Battista: «M5S con lui e Di Maio»
Chi butta giù dalla torre tra Di Maio e Di Battista? «In questo momento sono sulla torre con Di Maio, Alessandro lo inviterei a salire sulla torre per scrutare...

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Chi butta giù dalla torre tra Di Maio e Di Battista? «In questo momento sono sulla torre con Di Maio, Alessandro lo inviterei a salire sulla torre per scrutare assieme l'orizzonte», risponde Giuseppe Conte e lascia a intendere di volere estendere il campo del Movimento Cinque Stelle dall'ala moderata a quella più oltranzista. Conte torna in terra natia, nella sua Puglia, e lancia un messaggio ecumenico per il nuovo corso pieno di insidie per i grillini. Lo fa a partire dalla difesa dello zoccolo duro della politica del Movimento: «I partiti di centrodestra stanno attaccando il reddito di cittadinanza, purtroppo c'è anche una forza politica - la stilettata è rivolta a Matteo Renzi e la sua Italia Viva - che dice di non collocarsi in quell'area ma fa politiche di destra. Il reddito di cittadinanza ce l'hanno tutti nella Ue, perché è una misura di civiltà».

Conte sale sul palco della kermesse organizzata da Affariitaliani.it e duetta con Francesco Boccia che gli strappa subito la promessa di chiudere un accordo di alleanza elettorale nei comuni ancora in bilico per «vincere contro le destre». L'ex presidente del Consiglio si scalda e lo riconosce - sul reddito di cittadinanza e lo difende, snocciolando i numeri della povertà in Italia e rilanciando la necessità di un reddito minimo garantito. Ammette che la misura necessiti di miglioramenti: «È una riforma complessa e dobbiamo calibrarla meglio perché è chiaro che vanno valorizzate le politiche attive sul lavoro». 

Nella strenua difesa di quanto fatto da presidente del consiglio, Conte chiarisce anche la sua posizione, tanto discussa, sull'apertura al dialogo con i talebani, ammorbidendo la sua posizione e replicando piccato: «Io non ho detto sciocchezze, ma ho sentito tante stupidaggini». E sulla politica estera sottolinea: «Le iniziative unilaterali negli scenari geopolitici non portano a nulla o comunque sono poco efficaci, questa è l'ennesima dimostrazione. Quindi, multilateralismo. Come Ue dobbiamo decidere cosa fare da grandi. Ci sono tutte le condizioni per accelerare i processi per una vera politica estera europea» e un esercito comune, conclude.

Con orgoglio, l'avvocato di Grumo Appula, scopre carte importanti del nuovo partito e delle prossime nomine che si attendono, promuovendolo come un progetto corale: «Nel nuovo corso del M5S verrà fuori una indicazione di tantissimi nuovi volti. Una volta completato il nostro organigramma avremo almeno cento nuove figure in posti di responsabilità. Si lavora così, coinvolgendo tutti», replica alle accuse di aver accentrato tutto il potere su di sé.

E non manca neanche l'invito ufficiale ad un ritorno di Alessandro Di Battista. È a lui che si rivolge dal palco dicendo: «Di Battista è una risorsa per il movimento, è un ragazzo che pensa, anche se dice cose che non sempre condivido, si è fatto un po' da parte ma vorrei averlo al tavolo per discutere». Esprime poi critiche per il governo Draghi, al quale però dichiara fedeltà: «Bene Draghi sul Pnrr dice l'ex premier - ma non avrei sospeso il cashback. Quella misura è servita per rimettere in circuito il commercio di prossimità. Il cashback è anche un modo per recuperare il sommerso creando così un circolo virtuoso e anche degli incentivi economici».

«Non vorrei sembrare presuntuoso», ammette in più passaggi Conte nel rivendicare la battaglia contro il Covid e i risultati ottenuti fino ad esporsi sul tema caldo dell'obbligo vaccinale: «Rimango sfavorevole alla vaccinazione obbligatoria e si è visto che anche senza l'obbligo siamo arrivati al 70% della copertura vaccinale. C'è però la variante Delta e anche per questo chiedo a tutti gli over 50 che possono di vaccinarsi contro il Covid».

È un Giuseppe Conte che arringa la folla che lo applaude, proprio come avrebbe fatto in un'aula di tribunale se fosse tornato alla sua professione e non avesse invece scelto di farsi carico dell'ingombrante Beppe Grillo, del leader ombra Luigi Di Maio e del guerriero Dibba. Tutte figure che a Conte serviranno quando dovrà andare nelle piazze a chiedere i voti, ma per il momento promette: «Non ho fretta di tornare al voto».

Quanto alla presunta svolta nordista, Conte torna a difendersi: «Non siamo stati capaci di dialogare con il Nord e di spiegare il nostro progetto politico. Questo non significa che d'ora in poi trascureremo il Sud, ci mancherebbe: torneremo al Nord e diremo che è stato un errore nostro non spiegarci bene». 

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Il Mattino