Giù le tasse sull'Irpef, un punto in meno, a cominciare dall'aliquota più bassa. Lega al lavoro per dare corpo alla riforma fiscale che, nei progetti del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Questa operazione coinvolgerebbe circa 1,5 milioni di contribuenti che godrebbero in questo modo di uno sconto fiscale di 1,5 miliardi di euro. Quanto alle imprese, l'ipotesi alla quale si lavora prevede la riduzione dell'aliquota Ires (attualmente al 24%) a quota 15%, a patto che le aziende reinvestano gli utili per assumere personale o per realizzare investimenti in macchinari. Intanto prende forma anche la cosiddetta pace fiscale. Si punta a un saldo e stralcio per il passato e a una semplificazione del contenzioso. L'operazione sarà molto ampia e comprenderà tutte le liti, le cartelle esattoriali ed anche i contenziosi in stato embrionale. Di fatto l'intenzione è quella di chiudere tutti i conti con il passato offrendo aliquote vantaggiose (6-12-25% su quanto dovuto) incassando 3,5 miliardi di euro. Chi si sta occupando del dossier, ovviamente, spiega che l'operazione sarà messa a punto in modo da non sovrapporsi con la Rottamazione-bis delle cartelle Equitalia, per la quale il prossimo anni sono in programma alcune rate. Sempre sul fronte manovra, il governo sta anche mettendo a punto un pacchetto di norme in favore delle imprese. Appare praticamente certo un taglio, da circa 500 milioni, dei contributi Inail a carico delle imprese, mentre è possibile una proroga, forse biennale, delle decontribuzioni al 100% per chi assume lavoratori al Sud e una riedizione del piano Industria 4.0. che verrebbe essere esteso anche alle Pmi che investono in innovazione. Tra gli obiettivi anche il trasferimento di tecnologie tra comparti. La decontribuzione dovrebbe entrare nel menù della manovra senza troppi problemi, non presentando problemi di coperture. Il taglio dei contributi ai neo assunti nel Mezzogiorno ha infatti un costo contenuto, circa 500 milioni, ma soprattutto è finanziata con i fondi europei. Dunque non aggrava il disavanzo e non interferisce sul deficit, elemento che piace al ministro dell'Economia, Tria. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino