Quando, nell'omonimo racconto di Voltaire, il padre della principessa di Babilonia si rivolge all'Oracolo per conoscere il suo futuro, l'Oracolo risponde:...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il primo è la Giustizia, alla quale è dedicato lo striminzito paragrafo 12. Esso si limita ad auspicare la riduzione drastica dei tempi dei processi, e la riforma dell'elezione dei membri del Csm. Niente di più, e niente di meno. C'è da stupirsi di una così sintetica approssimazione, visto che i due contraenti hanno sempre espresso idee opposte sui mezzi da impiegare per raggiungere quei risultati.
L'accelerazione dei tempi si raggiunge infatti solo in due modi. O aumentando le risorse, e queste non ci sono. Oppure riducendo gli obiettivi, cioè con una radicale depenalizzazione o introducendo la discrezionalità dell'azione penale. Argomenti sui quali le parti non concordano, o meglio concordano nel lasciar le cose come stanno.
Quanto alle cause civili, e all'indispensabile semplificazione della procedura, non esiste nemmeno un progetto, e se esiste esiste male. Nel frattempo incombe l'avvicinarsi dell'anno nuovo, quando entrerà in vigore l'obbrobrio della sospensione della prescrizione, con intollerabile violazione del principio costituzionale della ragionevole durata del processo , e una sconfortante attesa dei dovuti risarcimenti alle vittime del reato.
Da ultimo, le timide (timidissime) riforme garantiste - ad esempio in tema di intercettazioni - a suo tempo prospettate dal Pd e dal ministro Orlando, sembrano evaporare nel calderone del grossolano giustizialismo grillino, riportandoci verso un medioevo giudiziario indegno di un Paese civile.
Il secondo punto è l' immigrazione clandestina, cui è dedicato il paragrafo 15, che intende coniugare «la lotta al traffico illegale con l'integrazione».
A parte la consueta ipocrisia di voler incarcerare i trasportatori e nel contempo accogliere e integrare i trasportati (se questi veramente fuggono dalla guerra e dalla fame, perché dovremmo punire quelli che, sia pur a pagamento, li portano qui?) , resta la domanda : come intendete farlo?
Con il metodo Minniti, fermando i flussi all'origine, o con quello Salvini, chiudendo i porti?
Quest'ultima opzione non è stata scartata, e questo è il maggiore equivoco che grava ancora sul programma. Perché i grillini vogliono mantenere i decreti sicurezza, depurandoli delle criticità rilevate da Mattarella. Ma queste riserve sono puramente tecniche e giuridiche, come la sproporzione di alcune sanzioni e l'incertezza di alcune fattispecie, e non intaccano la ratiopolitica della soluzione adottata, che Di Maio ha pubblicamente definito come intoccabile.
Ora, è vero che Zingaretti ha già ingoiato molti bocconi amari. Voleva votare, e si è trovato Renzi. Voleva discontinuità e si ritrova Conte. Voleva la centralità del Parlamento, e si è trovato la piattaforma Rousseau, e potremmo continuare. Cedere anche sui decreti sicurezza sarebbe un'umiliazione non ripagabile con qualche seggio ministeriale.
Concludo. Nell'insanabile contrasto tra i due contraenti, la bozza preliminare non ci dice quale sarà l' aliquid datum aliquid retentum delle parti, cioè chi cederà su cosa, e quanto. Ma sappiamo che i testacoda di entrambi, che cambiano improvvisamente direzione a seconda delle circostanze, sono nemici fatali non solo dell'ambizioso programma annunciato, ma anche dell'inizio della sua esecuzione. E che nel mélange de tout dell'Oracolo oltre all'ascesa è prevista anche la caduta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino