Sono inconfondibili per il loro elmo con sottogola ornato da una lunga criniera di cavallo, la loro lucente corazza e la loro considerevole altezza che non può essre...
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Quella dei corazzieri è una storia che affonda le sue radici nel lontano 1868 quando, il 7 febbraio, per ordine del Ministero della Guerra, vennero concentrati a Firenze 80 Carabinieri a cavallo destinati come scorta d’onore al corteo reale che doveva formarsi allorquando la principessa Margherita di Savoia, andando in sposa al principe Umberto, sarebbe entrata solennemente in città. I Carabinieri indossarono gli elmi e le corazze già impiegate alle nozze del Duca di Savoia. Questa volta, però, lo squadrone non venne subito disciolto ma destinato alla guardia dei reali appartamenti e scorta d’onore alla persona del re. I singoli componenti dello speciale reparto dovevano possedere, oltre a peculiari doti fisiche di statura, particolare robustezza ed abilità nel montare a cavallo, distintissimi requisiti d’onore morale e disciplinare. Il reparto assunse nel tempo varie denominazioni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, all’esito del referendum istituzionale che sancì la nascita della Repubblica, Umberto II sciolse i Carabinieri Guardie del Re dal giuramento alla sua persona ma non da quello di fedeltà alla Patria. Deposta momentaneamente la tradizionale corazza e sotto il nome di Squadrone Carabinieri a cavallo, il reparto proseguì nell’attività di guardia al Capo Provvisorio dello Stato. L’11 maggio 1948, in occasione dell’insediamento del Presidente Einaudi, venne deciso che i Carabinieri Guardie riassumessero la loro primitiva veste e denominazione. Nei decenni successivi vi furono ulteriori modifiche nell’articolazione e lo Squadrone diventò prima Gruppo Squadroni e poi Comando Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica. Nel 1990 assunse rango reggimentale con il nome di Reggimento Carabinieri Guardie della Repubblica ed il 24 dicembre 1992, con Decreto del Presidente della Repubblica, venne fissata l’attuale denominazione del Reparto in Reggimento Corazzieri.
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Il Mattino