«Gli immigrati aiutateli a casa vostra», Trump dichiara guerra ai sindaci democratici

«Gli immigrati aiutateli a casa vostra», Trump dichiara guerra ai sindaci democratici
Immigrati? Aiutateli a casa vostra. È questo, in buona sostanza, il messaggio che come un guanto di sfida Trump lancia...

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Immigrati? Aiutateli a casa vostra.


È questo, in buona sostanza, il messaggio che come un guanto di sfida Trump lancia ai sindaci democratici delle cosiddette “città santuario”.

Più che una strategia della redistribuzione, una vendetta della politica.

Non è chiaro peraltro se, stando a quanto disposto dalla legge statunitense, sia effettivamente possibile o meno provvedere ad uno smistamento Stato per Stato o addirittura città per città di quegli ingressi le cui statistiche si affollano lungo la linea del confine Sud.

Ma di questo a Trump non importa nulla.

L’unica cosa che conta è alimentare la sua narrativa dello scontro, in una polemica che non vuole e che non può conoscere fine, specie in chiave rielezione da qui al 2020.



Quale modo migliore, dunque, per eccitare la sua platea di fedelissimi se non quello di rispolverare l’evergreen del dossier immigrazione? E ancora, senza limitarsi a ricalcare la durezza dei toni di sempre, ma persino rilanciando con idee più o meno fantasiose.

«In California li amano, no? Il governatore (Gavin Newsom, democratico fresco di nomina, ndr) vuole accogliere un sacco di gente, un sacco di rifugiati. E allora diamoglieli, diamoli alle “città santuario” così potranno finalmente prendersene cura!».

Eccolo il tycoon, giusto a metà tra proposta e provocazione.

Che continua:

«Visto che i democratici non vogliono cambiare le nostre leggi sull’immigrazione», che si affretta a bollare come «pericolosissime», la possibilità secondo The Donald è una sola:
«Farli felici! La sinistra radicale vuole un sistema di frontiere e di braccia aperte? Accontentiamoli!».

A sentirlo parlare, sarebbe capace di portare gli immigrati fin sotto casa dei suoi avversari.

Nella realtà dei fatti, invece, non cambierà nulla.

Eppure Trump, con le sue parole di scherno, con i suoi toni da bullo e con la sua aria di strafottenza, continua furbescamente a vincere la partita della politica contro la cosiddetta “politica tradizionale” che si dimostra ogni giorno un po’ più smarrita. E un po’ meno capace di arginarlo.


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Il Mattino