Israele, Netanyahu richiama gli alleati: «Prima la sicurezza, evitare le urne»

Il primo ministro Netanyahu
Benyamin Netanyahu non scioglie il suo governo e rilancia la sfida ammonendo i suoi alleati di maggioranza che in un momento «così complesso per la sicurezza di...

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Benyamin Netanyahu non scioglie il suo governo e rilancia la sfida ammonendo i suoi alleati di maggioranza che in un momento «così complesso per la sicurezza di Israele» non si può restare senza un esecutivo. Per dar più

forza alle sue parole ha annunciato di aver assunto da questa sera la responsabilità del ministero della difesa lasciato pochi giorni fa da Avigdor Lieberman in pieno dissenso sulla tregua con Hamas a Gaza. In un appassionato, e allarmante, discorso in tv alla nazione, Netanyahu ha denunciato che in un simile frangente dove è in discussione la sicurezza del paese «non si abbattono i governi e non si gioca alla politica» in base a considerazioni personali. Il premier si è quindi augurato che «i partner» di governo «abbiano la stessa responsabilità» e che «non rovescino il governo». «Io - ha sillabato, dopo aver ricordato le sue passate
prove politiche in momenti altrettanto delicati per la vita di Israele - ho un chiaro piano e so quello che va fatto, di quando e come lo si deve fare».
Non a caso ha sottolineato di aver dato molto, sia sul piano personale sia su quello familiare, «alla sicurezza di Israele». Due termini questi che il premier ha ripetutamente invocato come schermo ad una crisi politica e
istituzionale che invece metterebbe entrambi a rischio. Netanyahu - dopo l'incontro nel pomeriggio di appena mezzora con il ministro delle finanze, il centrista Moshè Kahlon, pencolante verso il voto anticipato - con l'assunzione della difesa è sembrato aver fatto «l'ultimo sforzo» per salvare il suo governo. Con questa mossa e con il fatto che metterà a disposizione degli alleati l'importante poltrona degli esteri, finora da lui coperta, il premier - a giudizio dei commentatori - ha buttato la palla nel campo dei suoi partner principali. Non solo dello stesso Kahlon, ma soprattutto del leader di Focolare ebraico, il nazionalista religioso Naftali Bennett. Se vogliono - è sembrato dire Netanyahu - saranno loro ad assumersi la responsabilità, in un momento delicato per la sicurezza nazionale, di aver fatto definitivamente cadere il governo dopo le dimissioni di Lieberman. La risposta tuttavia appare segnata:

'Focolare ebraicò aveva detto chiaro e tondo che se la Difesa non fosse andata a Bennett, la crisi sarebbe stata inevitabile. E sarà proprio Bennett - insieme all'altro ministro Ayelet Shaked - a formalizzare a quanto sembra le dimissioni in una conferenza convocata per domani. Senza i loro seggi - se così sarà - il governo del premier andrà ben al di sotto del quorum di maggioranza (61 su 120) e non si sarebbe null'altro che il voto anticipato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino