L'anatema del Papa: «Mafiosi e corrotti non possono dirsi cristiani»

L'anatema del Papa: «Mafiosi e corrotti non possono dirsi cristiani»
Mafiosi e corrotti non possono dirsi cristiani: portano la morte nell'anima e agli altri, hanno il cuore pieno di «putredine». Non usa giri di parole Papa...

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Mafiosi e corrotti non possono dirsi cristiani: portano la morte nell'anima e agli altri, hanno il cuore pieno di «putredine». Non usa giri di parole Papa Francesco per definire la gente che non è capace di cambiare vita e invece continua a proclamarsi cristiana. La Pasqua è proprio la festa che consente questa possibilità di rinnovarsi. Il pontefice ha tenuto oggi a piazza San Pietro l'udienza generale dedicata al Triduo pasquale che comincia domani, con la messa della Cena del Signore, prosegue venerdì con la memoria della passione e la via crucis, e si conclude sabato notte con la veglia pasquale. E Bergoglio ha annunciato che a San Pietro, durante la notte di Pasqua battezzerà otto adulti. Infine ha rimarcato come la Pasqua sia per i cristiani la festa più importante dell'anno, anche più del Natale. «Non finisce con uova e colombe», ha rimarcato.


Un mafioso dunque non può dirsi cristiano: «Pensiamo, per non andare lontano da casa, ai cosiddetti cristiani mafiosi: questi di cristiano non hanno nulla. Si dicono cristiani ma portano la morte nell'anima e agli altri. Preghiamo per loro», è stato l'invito del Papa. «Ci sono i cristiani finti, quelli che dicono 'Gesù è risorto, io sono stato giustificato da Gesù e sono nella vita nuovà ma poi vivono una vita corrotta. E questi cristiani finti finiranno male. Il cristiano è peccatore, tutti lo siamo, io lo sono, ma abbiamo la sicurezza del perdono. Il corrotto fa finta di essere una persona onorevole ma alla fine nel cuore c'è putredine».


Poi Francesco ha parlato della Pasqua che «non finisce con la colomba, con le uova, sì, è bello, in famiglia» ma con questa celebrazione «incomincia l'annuncio alla missione. L'annuncio è il nocciolo, è il 'kerygmà, una parola difficile ma che dice tutto». Pasqua per i cristiani è più importante di Natale, ha sottolineato ancora Francesco, perché «è la festa della nostra salvezza». «Poi viene pasquetta per celebrare questa festa un giorno in più, ma è post-liturgica, è una festa familiare», ha spiegato il Papa. Bergoglio ha poi raccontato che «in tanti Paesi c'è l'abitudine che, quando il giorno di Pasqua si ascoltano le campane, le mamme e le nonne portano i bambini a lavare gli occhi con l'acqua, segno di poter vedere le cose di Gesù, le cose nuove». Il Papa ha invitato a fare questo gesto ai bambini anche la prossima Pasqua, e ha aggiunto: «Lasciamoci in questa Pasqua lavarci l'anima, lavarci gli occhi dell'anima, per vedere e fare le cose belle». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino