OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La guerra in Ucraina fa esplodere la guerra contro il maggioritario. Tutti divisi, dentro le coalizioni, rispetto alla Russia, all’America, a Putin (ripiove a Salvini) e a Zelensky, e questo dà fiato alla voglia di mani libere, di stare separati, di non essere più costretti al vincolo delle reciproche alleanze. Persino Enrico Letta, che su pace e guerra, è lontanissimo da Conte tentenna nella sua radicata convinzione maggioritarista, non crede più nel rapporto con M5S in piena deriva identitaria e lascia liberi tutti i dem a chiedere il proporzionale, ed è questo il senso del convegno di oggi sulla legge elettorale. La stessa che, pur non essendo proporzionale, viene intesa in senso proporzionalistico dalla Meloni, per antipatia verso Salvini e Forza Italia che stanno facendo blocco contro la crescita di FdI: “Potremmo andate da soli nei collegi uninominali”, è la minaccia di Giorgia. Super neo-proporzionalista Conte, che sulla guerra e sulla pace si muove da solo e alle elezioni per non sparire nell’abbraccio con i dem vuole andare da solo e io speriamo che me la cavo. Il proporzionale sta diventando una opzione tra forzieri e leghisti ma è legato a un particolare cruciale: con il partito unico, se si farà, questo sistema può convenire. Ma, appunto, va prima fatta la fusione dei due partiti in Prima l’Italia, marchio comunque già registrato. In Italia Viva, ma anche tra alcuni dem di vecchio rito renziano, il mantra no proporzionale in quanto sistema dell’’ingovernabilità, resta saldo.
Pd, sì a legge elettorale proporzionale: «Mani libere dal Movimento 5 stelle»
Lo scontro nel Pd
Ma è nel Pd che la discussione sulla legge elettorale è più aperta che altrove.
Il Mattino