Roma. Il tasto “pausa” è stato premuto da tutti i partiti per ciò che è accaduto in Abruzzo. Un mini-afflato di solidarietà nazionale che...
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Il partito dei frenatori delle urne è corposo e si muove sottotraccia. Ieri gli ha dato voce il presidente del Senato Pietro Grasso che, intervistato dal Corriere, si è levato più di un sassolino contro Renzi e ha auspicato che la legislatura arrivi sino a conclusione. Preoccupazioni e auspici del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinchè il Parlamento arrivi ad una legge elettorale «omogenea» tra Camera e Senato, sono noti ma non certo sovrapponibili alle analisi più politiche del presidente del Senato sul Pd e sull’attività del governo attuale e di quello passato.
Tutti zitti, o quasi, in attesa di ciò che dirà la Corte Costituzionale sull’Italicum e se farà essa stessa propria quell’esigenza di «omogeneità» tra i due sistemi elettorali auspicata dal Capo dello Stato. Nel Pd persiste la convinzione di una sentenza potenzialmente auto-applicativa e che quindi farà saltare il ballottaggio - tanto caro al segretario del Pd - ma non il premio di maggioranza del 55% qualora un partito superi il 40%. Se così fosse, e il Parlamento estendesse al Senato il sistema della Camera, il ritorno ad un sistema da prima Repubblica verrebbe scongiurato.
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Il Mattino