La convocazione di piazza ha funzionato. Il M5S ha mobilitato i suoi militanti fuori dal Parlamento per protestare contro la legge elettorale. Al momento ci sono circa 400...
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La manifestazione cresce e l'idea che circola è che se la piazza di Montecitorio non dovesse più riuscire a contenere la folla ci si sposterà in piazza Santissimi Apostoli. «È andata benissimo considerato che abbiamo organizzato il tutto in 24 ore» dice il senatore Gianluca Castaldi. «La sensazione più bella è che in meno di 24 ore siamo riusciti a chiamare i cittadini in piazza. Solo noi ne siamo capaci. La piazza è già ai limiti delle persone che può raccogliere» dice il deputato M5S Carlo Sibilia in piazza Montecitorio per la manifestazione. «C'è stata - ha aggiunto - una risposta eccezionale. C'è desiderio di democrazia. Io comunque sono convinto che con qualsiasi legge elettorale M5S sarà la forza politica più forte e più votata». Nella protesta spuntano molte bandiere dei meeetup del nord: dalla Brianza, Assago fino al Mugello. Spunta anche il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque, autosospeso perchè indagato. Ma c'è anche il candidato presidente della Sicilia Giancarlo Cancelleri.
I cori sono molto simili a quelli del giorno precedente quando a manifestare c'erano i forconi e gli autonomisti veneti. Anche oggi il generale Pappalardo è in piazza, e così i due popoli della protesta si mischiano. Gli interventi di Pappalardo e degli esponenti M5S si sovrappongono, così come le urla dei rispettivi supporter. «Abusivi, abusivi», lo slogan dei pappalardiani, ai quali i grillini replicano con l'evergreen «Onestà, onestà». Ieri quelli del Movimento per la liberazione nazionale che tiene dentro dagli anti vaccinisi a i neoborbonici non hanno gradito la presenza in piazza del pentastellato Di Battista che è stato contestato. «Di Battista fischiato ieri dalla piazza dei forconi? E' il bello della piazza.
«Fuori i ladri dal parlamento, vergogna» urla intanto la folla sventolando le bandiere del M5S. «In galera venduti», «Mattarella non firmare!» Altri slogan. Evocando il nome del Capo dello Stato sono partiti anche dei fischi.
«C'è poca gente, non rappresentiamo più quella novità di anni fa» dice una sconsolata senatrice pntastellata a cui non sfugge il derby con il generale Pappalardo di ieri. La prima a prendere la parola è Barbara Lezzi, senatrice pugliese che scandisce al megafono: «Fuori i condannati per evasione fiscale!». Eccoli i primi distinguo dopo che Di Maio ha prefigurato per Raggi una sospensione in caso di condanna in primo grado. Raggi sta attendendo che il giudice si pronunci su una richiesta di rinvio a giudizio per falso. Nel Codice etico del Movimento non sarebbe contemplata una sanzione così soft come la sospensione, bensì le dimissioni, ma chi contraddirà Di Maio?
"Renzumscotellum" questo il neologismo coniato da Paola Taverna per la legge elettorale. La senatrice si presenta in piazza vestita di nero, per lei é una giornata di lutto nazionale. «Ieri il governo mette la fiducia sulle legge elettorale, un atto di violenza democratica, un'azione che nemmeno Mussolini - ha scritto su Facebook la senatrice romana - Oggi dovrebbe essere una giornata di lutto nazionale perché ci stanno togliendo l'unica cosa che di buono c'era rimasta in Italia. Un voto libero, scevro da qualsiasi gioco di palazzo. Ma noi continueremo a lottare fino alla fine». In mezzo alle folla è stato allellestito un piccolo palco dove vanno in scena i comizi. Beppe Grillo arriverà domani per alzare il tono della protesta contro quella che è stato definito un golpe.
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Il Mattino