«Non furono i giudici ma i servizi a farmi fuori. Nessuno dei miei colleghi ministri mi mostrò solidarietà, tanti mi trattarono come un 'nipotino di...
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«Ero un obbiettivo facile, uno piccolo e nero, meridionale della prima repubblica...», lamenta l'ex Guardasigilli con i lucciconi. Ammette il dolore profondo: «Credo che un Paese in cui uno si alza e finisce in galera non vada lontano. Ora serve una riconciliazione. No a guerre tra politica e giustizia, ma lavoriamo assieme soprattutto sui tempi del giudizio». Si leva comunque qualche sassolino dalle scarpe che gli fa male da tanti anni: «Nessun collega volle venire in tv a esprimermi solidarietà, anche quella ipocrita. Nessuno tra chi era ministro grazie a me. Solo Chiti mi fu vicino al Senato». Ma lo fa senza alcuna animosità. Solo la moglie, elegante in un completo scuro, si lascia andare all'emozione, ma con grande dignità: «Abbiamo resistito grazie alla grande unità della nostra famiglia, e non è un fatto scontato», sottolinea con la voce rotta. Ma l'ex delfino di De Mita, ministro sia con Berlusconi, sia con Prodi, non rinuncia a parlare di politica. Prima a Benevento, poi a Porta a Porta, racconta che nelle ultime ore in tanti gli hanno offerto una candidatura. «Non mi interessa, continuerò a fare il Sindaco di Benevento», chiarisce.
Prodi ha evitato ogni commento.
Il Mattino