Nel Cortile d'Onore del Palazzo del Quirinale, che ospita il concerto per i 700 anni della morte di Dante, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie di...
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Contagi da Covid e maltempo
Prima però il presidente interviene sull'attualità a cominciare dall'aumento dei contagi da Covid: «Non posso tacere la preoccupazione per l'aumento del ritmo del contagio della pandemia e per vittime che giorno per giorno continuiamo a registrare».E poi la drammatica situazione in vaste zone della Liguria e del Piemonte per colpa del maltempo: «Desidero ricordare le vittime del maltempo che si è abbattuto sul Piemonte e sulla Val d'Aosta ed esprimere solidarietà ai loro familiari, l'auspicio di un veloce ritrovamento di tutte le persone disperse, la vicinanza ai territori colpiti e la preoccupazione per le condizioni difficili che si sono prodotte in quei territori».
L'evento per i 700 anni della morte di Dante
La bacchetta prestigiosa del maestro Riccardo Muti e l'orchestra giovanile Luigi Cherubini con il Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, disposti sul palco a distanza di sicurezza, aprono la serata con l'Inno di Mameli, accolto dall'applauso del pubblico, in cui si distinguono il premier Conte e i ministri Franceschini, Di Maio, Lamorgese.
Poi Mattarella esalta Dante, «il grande profeta dell'Italia, un patriota visionario, destinato, quasi biblicamente, a scorgere ma non a calcare la Terra vagheggiata e promessa». Dante «figlio del suo tempo, il Medioevo», ma anche «figlio di Firenze» e di quell'Italia «nave senza nocchiero in gran tempesta», un'Italia che non esisteva se non come «espressione geografica», ma che «rappresentava il suo sogno esistenziale e il suo orizzonte politico ideale». Il Sommo Poeta «è stato un grande italiano che ha raggiunto le vette più alte delle letterature di tutti i tempi e che ci spinge a continuare a interrogarci sul patrimonio consegnatoci da questo straordinario intellettuale, completo sotto ogni profilo, quello dell'impegno civile, morale e religioso, e in ragione della sua produzione artistica». «Diceva Borges che la Commedia è un libro che tutti dovremmo leggere, non farlo sarebbe privarci del dono più grande che la letteratura può farci», sottolinea Mattarella.
«Lo spirito dantesco si è irradiato dall'Italia al mondo illuminandolo di poesia, bellezza, passione, coraggio».
Il Mattino