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«L'evasione fiscale è un problema grave per qualunque paese, lo è in maniera importante per l'Italia e si è fatto infatti molto. Nel Pnrr questo è un tema che viene sottolineato con molta concretezza e molte indicazioni, ed è già stato definito con l'Ue e non vi sono segnali che venga cambiato». Sergio Mattarella si trova a Berna nel pieno di una visita molto fruttuosa alla confederazione elvetica con la quale i rapporti sono ottimi ed anche alcune piccole incomprensioni della passato sono oggi in via di superamento.
Le parole di Mattarella
Si tratta del regime fiscale dei circa 80 mila lavoratori transfrontalieri italiani e dell'inserimento - che permane da anni - della Svizzera in una black list italiana che nella sua versione più ampia veniva riservata ai cosiddetti paradisi fiscali. Oggi rimane una parte residuale per le persone fisiche che Berna vorrebbe con forza venisse cancellata dal governo italiano: «essere cancellati dalla black list molto importante. È un disturbo inutile che non ha più ragione di esistere e sarebbe bene che non ci fosse più» anche perchè la Svizzera ha già completato i suoi adempimenti«, ha infatti spiegato il presidente della Confederazione Svizzera, Ignazio Cassis. Ma pur sempre di fisco si parla nei colloqui di Berna dove il presidente della Repubblica si trova in visita di Stato e i giornalisti lo sollecitano sul tema con un »taglio« italiano. L'evasione fiscale è infatti un problema non da poco nel »Belpaese« al punto che anche l'Unione europea nelle raccomandazioni che accompagnano il Recovery fund cita - sarebbe meglio dire chiede - tra le riforme essenziali proprio quella del fisco.
L'auspicio del Presidente
Il presidente Mattarella vola alto e non si sottrae alla domanda pur con una premessa: non usate definizioni come »maglia nera« per l'Italia che ha già fatto molto contro l'elusione.
Mattarella in Svizzera
L'arrivo del presidente italiano era molto atteso in Svizzera - una »pietra miliare nei rapporti«, l'ha definita il presidente Cassis - sia per mettere il turbo a rapporti bilaterali già eccellenti, sia per chiudere i dossier che ancora dividono. Sui transfrontalieri ed il loro regime fiscale la partita è chiusa già da tempo: i nuovi lavoratori pagheranno le tasse in Italia, per quelli di lunga data rimane il regime fiscale - decisamente più favorevole - svizzero. Manca ormai solo la ratifica del Parlamento italiano che dovrebbe avvenire in primavera. Sulla black list il dialogo è aperto e regna l'ottimismo per una prossima soluzione. Resta aperto il tema dei rapporti istituzionali tra la Svizzera e l'Unione europea: l'Italia preme per un rapido rafforzamento della cooperazione attraverso un accordo quadro; la Svizzera preferisce più prudenti accordi a pacchetti, cioè più intese tematiche. »La collaborazione sempre più stretta fra la Svizzera e l'Unione Europea rappresenta un valore alla cui crescita tutti siamo chiamati a contribuire. La decisione di porre fine al negoziato sull'Accordo Quadro Istituzionale ha rappresentato, in questo senso, una battuta di arresto. È vivo auspicio dell'Italia che il confronto possa presto riprendere su basi nuove e più robuste«, ha spiegato Mattarella dopo i colloqui con Cassis.
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