Salvini frena sui giudici: «Nessun golpe». A Cernobbio un altro bagno di folla

La frenata di Salvini: «Nessun golpe non sono un sequestratore»
Dal nostro inviato CERNOBBIO - Operazione Cernobbio. Matteo Salvini deve correggere il tiro rispetto ai suoi attacchi ai pm dell'altro giorno, perché i grillini sono...

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Dal nostro inviato
CERNOBBIO - Operazione Cernobbio. Matteo Salvini deve correggere il tiro rispetto ai suoi attacchi ai pm dell'altro giorno, perché i grillini sono infuriati. «Non c'è alcun golpe giudiziario. Ci sono delle inchieste, spero che facciamo bene e facciano in fretta». Così smorza dal Forum Ambrosetti la virulenza delle parole che avevano provocato il putiferio («io eletto dagli italiani, i giudici no»). La, relativa, retromarcia è maturata l'altra notte. Tra telefonate e un incontro in pizzeria. Con chi?

 


CAUTELA
«Io sono amico di tutti, anche dei giudici che indagano su di me. Se mi chiamano, a Palermo ci vado pure a piedi». Così ha scandito il ministro dell'Interno. E ancora: «Sono tranquillo, non ce l'ho con nessuno. Vado avanti a lavorare per fare quello che gli italiani mi chiedono di fare, ossia fermare gli sbarchi e far sicurezza a tutti». Di più: «Conto di fare per almeno 5 anni ministro dell'Interno, senza essere considerato un assassino o un rapitore». Insomma una cautela frutto dell'altolà lanciato dall'altra metà della mela gialloverde, che davanti alla pizza notturna aveva detto chiaramente a Salvini: «I magistrati vanno rispettati. Sono gli stessi che arrestano i corrotti, i mafiosi, gli scafisti». Salvini si è convinto. Ma la rabbia, anche se dice di esse «tranquillo», resta eccome. Ma per ragioni di governo va dissimulata.

«Mi sottoporrò al giudizio, lo aspetto con grande rispetto, spero arrivi presto e lo rispetterò», assicura il Salvini di Cernobbio. Poi fa un paragone: «Premetto che non mi riferisco a Berlusconi, ma ad altri. E dico che mentre prima i politici venivano perseguiti perché rubavano, stavolta vengono messi sotto accusa perché cercano di fare quello che gli hanno chiesto gli italiani. E io mi sento con la coscienza a posto». E di nuovo: «Siccome non sono sopra la legge, sono disposto ad andare a Palermo a piedi per spiegare come e perché sto combattendo l'immigrazione clandestina». Ma «se sono un sequestratore, ne trarrò le conseguenze».


Il premier Conte apprezza: «Salvini ha chiarito. Questo governo rispetta la divisione dei poteri, ci mancherebbe», promette dopo aver sentito telefonicamente il vicepremier ed avergli espresso solidarietà per le sue vicende giudiziarie. Ma delle tensioni approfitta invece l'opposizione, da destra e sinistra. Renato Brunetta chiede di «andare a votare il prima possibile». Il segretario del Pd , Maurizio Martina, si dice sdegnato per le provocazioni del ministro dell'Interno: «un insulto agli italiani». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino