Tre ore in acqua, con la speranza che qualcuno si accorgesse di loro. Quando li hanno salvati erano in ipotermia, in condizioni di salute precarie. «Piuttosto che tornare in...
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«Su quel gommone eravamo in 120, 10 donne, di cui una incinta, e anche un bambino di due mesi - dicono - sono morti tutti davanti ai nostri occhi, dispersi in mare mentre il gommone imbarcava acqua». Quello che stupisce è la freddezza con cui parlano delle interminabili ore trascorse sul gommone - almeno 11 - con il pericolo di perdere la vita ogni momento. «Preferiamo rischiare la morte che tornare in Libia», raccontano mentre nei loro occhi scorrono le immagini dei drammatici momenti delle violenze, degli abusi, degli stupri prima di imbarcarsi alla volta del Vecchio Continente.
«A chi riesce a eludere i blocchi e a partire - sottolineano - non interessa affatto la possibilità di morire».
Il Mattino