Si è conclusa con un'assoluzione per legittima difesa e una condanna per tentato omicidio il processo con rito abbreviato con al centro la sparatoria avvenuta quasi due...
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Il gup milanese Giulio Fanales ha infatti condannato a 9 anni Peter Mangani, all'epoca dei fatti 36enne, il cui nome era già emerso tra gli imputati minori nella maxi inchiesta 'Infinitò che ha decapitato la 'ndrangheta in Lombardia, mentre ha assolto il suo 'rivalè coimputato per lo stesso reato, Claudio Privitera, allora 45 anni, al quale ha inflitto un anno e mezzo di carcere per detenzione di una pistola con la matrice abrasa. Il pm Roberto Fontana ha chiesto per entrambi 6 anni di reclusione.
La vicenda per la quale i due furono anche arrestati risale all'11 settembre 2018. Secondo quanto accertato dalle indagini, la mattina di violenze in piazza Gasparri è iniziata alle 10.20 quando Mangani sferrò una coltellata al fianco sinistro di Privitera al culmine di un diverbio scoppiato davanti al bar «El Tabachee» e proseguito nel cortile di una vicina scuola dove in quei giorni erano in corso lavori di ristrutturazione. Una ferita poi giudicata guaribile in 5 giorni e che inizialmente Privitera giustificò dicendo di essersi infilzato con la punta dell'ombrello cadendo da una scala in casa.
Subito dopo l'aggressore e il ferito si allontanarono rispettivamente in sella a uno scooter e a una bicicletta, per poi fare ritorno dopo circa mezz'ora. Alle 10.57 il secondo episodio: il 36enne dopo aver parcheggiato il suo Scarabeo nero all'inizio di piazza Gasparri e aver raggiunto a piedi i tavolini, esplose contro il suo rivale, che era seduto, 12 colpi con una calibro 7x65. Privitera ripose immediatamente al fuoco usando una pistola a tamburo dal calibro non ancora accertato. Nell'ordinanza si legge che nessuno dei due è stato colpito «per via di un mero caso» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino