Roma, militare accusato di abusi sulla figlia di 9 anni in caserma: in macchina conservava le mutandine da bambina

Abusi sulla figlia
Un maresciallo dell'esercito di 38 anni avrebbe abusato della figlia piccola per anni.  A denunciare gli orrori subiti è stata la ragazzina stessa  –...

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Un maresciallo dell'esercito di 38 anni avrebbe abusato della figlia piccola per anni.  A denunciare gli orrori subiti è stata la ragazzina stessa  – che oggi ha quattordici anni – in una lettera scritta nella casa famiglia dove è ospite. 


Lei, insieme ai due fratelli, erano stati allontanati anni fa dalla coppia di genitori, entrambi arruolati, perché non adeguatamente accuditi. I bambini - da quanto è emerso - erano costretti ad assistere a continui litigi e violenza tra i genitori che erano sull'orlo della separazione. La vicenda è riportata da Il Messaggero. 

Ora si è aperto un processo a carico del maresciallo, che nega tutto: «Sono solo fantasie, ritorsioni di mia figlia perchè la sgridavo». Non sono affatto d'accordo gli psicoterapeuti infantili e i magistrati che hanno seguito il caso: «Prima di raccontare il dramma vissuto la bambina viveva di camuffamenti», ha raccontato lo psicologo della struttura. «Sosteneva che non voleva stare dal padre perché in caserma la lasciava troppe ore davanti alla tv. Perché si annoiava». «In quel periodo, essendo all'oscuro di tutto», ha spiegato lo specialista, «l'ho anche spronata ad avvicinarsi al padre, per ricucire il rapporto». Poi, è arrivata la lettera. 

Dal giorno dopo la ragazzina ha iniziato ad esprimersi disegnando. Nel primo si è rappresentata come una mongolfiera, che volava in cielo. In macchina del militare, che è stato arrestato,  sono state trovate un paio di mutande da bambina in una busta e due dvd. Uno era un cartone animato dai contenuti pedopornografici, Il parco delle sevizie». L'altro era un filmato dal titolo «Violenza paterna». «Video ampiamente sintomatici della devianza dell'indagato», hanno scritto i giudici del Riesame nel negare la scarcerazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino