Notre-Dame, il capo dei vigili del fuoco: «Fiamme dal cantiere, come alla Fenice a Venezia»

«Fiamme sviluppate dall'alto, alimentate probabilmente dalla copertura lignea del tetto: una situazione difficilissima per i nostri colleghi che ora potranno solo...

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«Fiamme sviluppate dall'alto, alimentate probabilmente dalla copertura lignea del tetto: una situazione difficilissima per i nostri colleghi che ora potranno solo contenere i danni evitando la diffusione del rogo». Così Fabio Dattilo, capo del Dipartimento dei vigili del fuoco commenta l'incendio di Notre-Dame. E in questo caso, aggiunge, «è anche impossibile l'intervento degli elicotteri, che sarebbe inefficace». Nel mirino i lavori di ristrutturazione sulla cattedrale: «anche il Teatro della Fenice a Venezia bruciò quando c'era un cantiere».


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Dattilo tiene ad esprimere «vicinanza a quei colleghi che stanno lottando e che vedo non stanno avendo molta fortuna nelle operazioni di spegnimento. Uno - aggiunge - si aspetterebbe che dall'alto arrivassero i nostri, cioè degli elicotteri che gettassero acqua sulle fiamme ma questo non si può fare perchè se il tetto è ancora sano l'acqua non arriva sull'incendio; se invece è rotto, gettare acqua all'interno non serve». Le immagini che rimbalzano da Parigi riportano l'ingegnere ad un altro incendio devastante, quello che il 29 gennaio del 1996 ha colpito il teatro veneziano. «Ho vissuto quella tragedia - ricorda - e normalmente questo tipo di incendi sono dovuti alla copertura lignea dei tetti che all'epoca si utilizzava. Probabilmente si è sviluppato così rapidamente perchè è partito dalla parte alta ed è più difficile spegnerlo rispetto ad un rogo partito dal basamento. È impossibile entrare dentro per il rischio crolli e solo attraverso le scale e dall'esterno si può gettare acqua».

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Nel mirino ci sono poi le impalcature che circondavano la chiesa. «Anche alla Fenice - osserva - l'incendio nacque mentre erano in corso dei lavori di restauro. Si può quindi anche ipotizzare una superficialità legata all'organizzazione del cantiere». Il capo del Dipartimento segnala poi un altro aspetto che ha giocato a sfavore degli uomini impegnati nelle operazioni di spegnimento. «Normalmente - osserva - le chiese non hanno piani particolari anti-incendio ed il rischio aumenta se non si pone un occhio speciale alla prevenzione». Le chiese, rileva Dattilo, «non sono soggetti ai normali controlli per la prevenzione degli incendi che riguardano gli edifici civili». Ora, riflette l'ingegnere, «si può solo sperare di contenere le fiamme e sperare di ricostruire Notre Dame come è stato fatto per la Fenice».
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Il Mattino