Giovane ucciso a Capodanno con una stampella, Guerino Spinelli a giudizio per omicidio

Giovane ucciso a Capodanno con una stampella, Guerino Spinelli a giudizio per omicidio
Rinviato a giudizio a Pescara, per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, Guerino Spinelli, 30enne pescarese di origini rom. Spinelli, assistito dall’avvocato...

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Rinviato a giudizio a Pescara, per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, Guerino Spinelli, 30enne pescarese di origini rom. Spinelli, assistito dall’avvocato Melania Navelli, dovrà comparire davanti alla Corte d’Assise il 31 maggio prossimo, per difendersi dall’accusa di avere ucciso di botte il 35enne Marco Cervoni. Il delitto si consumò la mattina di Capodanno del 2020, in un palazzo del famigerato Ferro di Cavallo di via Tavo, sul pianerottolo di casa della vittima.

L’imputato si è difeso sostenendo di non avere né ucciso né picchiato Cervoni, che anzi a suo dire avrebbe tentato di soccorrere, e di essersi trovato sul luogo dell’omicidio soltanto perché quel giorno era andato a trovare la madre che vive al piano superiore. La Procura, sulla base di quanto emerso nel corso delle indagini compiute dalla squadra mobile, ha però delineato una ricostruzione dei fatti totalmente diversa.

Cervoni in quel periodo, ormai da una paio di mesi, era ospite di una coppia di amici nell’appartamento di via Tavo. Il primo gennaio del 2020, alle prime luci del giorno, Spinelli avrebbe fatto irruzione all’interno dell’abitazione e si sarebbe scagliato con violenza contro la vittima. L’imputato avrebbe iniziato a picchiare Cervoni mentre quest’ultimo si trovava ancora nel letto, avrebbe proseguito la sua opera in bagno e infine avrebbe trascinato il malcapitato fuori dall’appartamento, poiché i padroni di casa non volevano essere coinvolti nella lite alla base del pestaggio. Un pestaggio che fu violentissimo e spietato, al punto da provocare la morte di Cervoni.

L’esame autoptico ha confermato che il decesso fu causato dai numerosi colpi alla testa riportati da Cervoni, in seguito ai quali insorsero edema ed emorragia cerebrale. Sempre l’autopsia ha rivelato che la vittima fu colpita con qualcosa di simile ad un bastone: arma che risulterebbe dunque compatibile con la stampella sporca di sangue, appoggiata al muro, rinvenuta sulla scena del crimine. Tale ricostruzione peraltro collima con le dichiarazioni rese da un supertestimone e già cristallizzate in sede di incidente probatorio. 

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Il Mattino