Ostia, pestaggi razzisti e rapine: presa la gang, agiva per noia

Ostia, pestaggi razzisti e rapine: presa la gang, agiva per noia
Pestaggi e spedizioni punitive. Arrestato la banda che picchiava gli stranieri. Prima di Willy la violenza del branco è esplosa all’Axa, quartiere romano di vip e...

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Pestaggi e spedizioni punitive. Arrestato la banda che picchiava gli stranieri. Prima di Willy la violenza del branco è esplosa all’Axa, quartiere romano di vip e calciatori tra Ostia e l’Eur. Botte, estorsioni, rapine: la gang aveva preso di mira due stranieri, un pugile romeno e un giardiniere del Bangladesh. Quest’ultimo apostrofato più volte con offese a sfondo razziale. A mettere fine al loro incubo è stata la polizia di Ostia, al termine di un’indagine articolata e complessa. Agivano per noia e per soldi, i sei ragazzi che giocavano a fare i boss sul mare di Roma, dove la guerra tra bande non si è mai fermata. A capo del sodalizio, una donna Siria Baiocchi, mente operativa della banda. 

I due amici – il giardiniere del Bangladesh e il pugile romeno - sono finiti in una trappola, tra insulti razziali e minacce di morte, da parte del gruppo di italiani. È la notte dell’11 luglio della scorsa estate, quando due della banda di nullafacenti avvistano il giovane bengalese camminare in zona piazza Eschilo. Il giovane del Bangladesh scappa e chiede aiuto all’amico rumeno, pugile e muratore di professione, che lo difende e fa fuggire gli aggressori. Quando la polizia arriva sul posto gli italiani danno la colpa agli stranieri, ma le telecamere dell’area li smentiscono. È qui che la gang organizza la rappresaglia. Il piano della vendetta è già avviato. Della banda fanno parte i cugini Mirko e Daniel Proietti, Victor D’Ortenzio, Claudio Forniti - a casa aveva oltre un chilo di marijuana - la sua fidanzata Siria Baiocchi e Davide Privitera, catturati ieri mattina dagli uomini del commissariato di Ostia agli ordini del dirigente Antonino Mendolia, dopo una complessa ricostruzione degli eventi.

La trappola appunto: tramite un amico sui social il gruppo dà un falso appuntamento al giovane bengalese, lo rapiscono, lo caricano in auto al grido di «sporco negro di me…», lo picchiano di nuovo, gli rubano cellulare e collanina. E soprattutto lo obbligano ad attirare con l’inganno il giovane che l’aveva difeso la notte prima: il pugile. «Se non ci porti l’amico tuo ti ammazziamo» la minaccia. Appena arriva il 23enne romeno, pestano anche lui: lo portano nella pineta di Castel Fusano e lo aggrediscono con una spranga di ferro, fino a spaccargli il volto. Ancora sanguinante, si fanno accompagnare a casa sua e lo derubano di tv e pochi soldi. Le riprese di un bancomat dimostrano la violenza. I due amici infine, feriti e doloranti, vengono rilasciati per strada e chiamano subito la polizia. Le indagini poi individuano e scovano ogni componente della gang, ieri tutti arrestati con accuse pesanti: rapina in concorso, lesioni, sequestro di persona multiplo ed estorsione. «Una gang armata di persone senza lavori o residenze, in cerca di vittime quasi per noia, ma ritenuti soggetti di elevata pericolosità sociale» ha riassunto il dirigente del commissariato di Ostia, Antonino Mendolìa che si appella alla comunità per segnalare eventuali possibili pestaggi ancora ignoti ad opera della banda. Hanno precedenti ma nessun collegamento con la criminalità organizzata. Cani sciolti, pericolosi sbandati.  

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Il Mattino