Il Papa al Cairo, messa allo stadio: meglio un ateo che un ipocrita

Il Papa al Cairo, messa allo stadio: meglio un ateo che un ipocrita
IL CAIRO – Bandiere egiziane, corone di rosari fatte di palloncini colorati che si liberano nel cielo, le note di Haedel e cori in italiano. Nello stadio militare...

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IL CAIRO – Bandiere egiziane, corone di rosari fatte di palloncini colorati che si liberano nel cielo, le note di Haedel e cori in italiano. Nello stadio militare dell'aeronautica super controllato e bonificato per evitare incidenti di ogni tipo, Papa Bergoglio celebra una messa davanti a migliaia di cattolici. Qualcuno su Twitter qualche minuto prima del suo arrivo aveva segnalato di avere sentito un boato nel quartiere attiguo - «le finestre del mio palazzo hanno tremato» ha scritto Wael Abbas  - ma potrebbe essere stato un forte rumore legato alle costruzioni che sono in corso in quel quartiere.


Allo stadio è una vera festa, un bagno di folla. Francesco saluta  30 mila persone girando in lungo e in largo lo stadio su una golf cart scoperta. Ai fedeli raccomanda una cosa, che l'unico «estremismo concesso» ai cattolici è di eccedere nell'amore verso il prossimo, praticando la carità. «Dio gradisce solo la fede professata con la vita, perché l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità! Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui!».  

Racconta poi l'esperienza esaltante dei discepoli di Emmaus. «Non serve riempire i luoghi di culto se i nostri cuori sono svuotati», aridi, senza Dio. Non serve nemmeno pregare «se la nostra preghiera rivolta a Dio non si trasforma in amore rivolto al fratello; non serve tanta religiosità se non è animata da tanta fede e da tanta carità; non serve curare l’apparenza, perché Dio guarda l’anima e il cuore e detesta l’ipocrisia!». Anzi. «E' meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!».

Ma allora cosa è la fede, si chiede? Quella vera, spiega il Papa, è solo quella che rende le persone «più caritatevoli, più misericordiosi, più oneste e più umane”. Quella che porta a perdonare, a dialogare, a rispettare le persone diverse, a “dare una mano a chi è caduto».


Dopo l’intensa giornata di ieri,
in cui hanno prevalso le dimensioni istituzionali,
interreligiose ed ecumeniche, con gli incontri col presidente 
egiziano Al-Sisi, il discorso all’Università  Al-Azhar e la
visita al patriarca copto ortodosso Tawadros II, oggi papa
Francesco conclude la sua visita in Egitto dedicandosi
interamente all’aspetto pastorale, con
l’abbraccio della piccola ma vivace comunità  copto cattolica.
A mezzogiorno pranzerà in nunziatura con 15 vescovi copti, visiterà il seminario per incontrare i religiosi e, infine, riprenderà il volo per Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino