CITTÀ DEL VATICANO – L’Alitalia si inabissa e, di conseguenza, il più illustre passeggero della compagnia di bandiera, Papa Bergoglio, si dovrà...
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Il Papa, come si sa, non ha alcun aereo di proprietà. Lo affitta di volta in volta, anche se dai tempi di Paolo VI è sempre stato privilegiato il rapporto con l’Alitalia. Di conseguenza il viaggio apostolico in Egitto, previsto per venerdì mattina, e quello al santuario di Fatima, fissato nel giorno delle apparizioni mariane, il 13 maggio, vengono considerati dal Vaticano gli ultimi voli certi che Francesco farà a bordo di un velivolo Alitalia. Finora è sempre stato il vettore privilegiato dei Papi, da Montini in poi, tutti i pontefici sono stati testimonial d’eccezione.
Il declino della ex compagnia di bandiera segna il cambio di passo anche per le organizzazioni dei viaggi papali. In Vaticano fanno sapere che per i viaggi autunnali finora previsti – il Sudan e la Colombia – non è stato deciso ancora nulla per via del quadro complessivo dell’Alitalia che naturalmente non consente alcuna programmazione certa. Sembrano lontani i tempi in cui l’Alitalia regalava a Papa Wojtyla per festeggiare il centesimo viaggio del pontificato, un cappello e le ali d’oro da aviatore.
Il 4 gennaio 1964 fu Paolo VI a raggiungere la Terra Santa per una missione apostolica rimasta nella storia. Da allora la compagnia di bandiera italiana ha continuato ad essere a essere considerata il vettore ufficiale della Santa Sede. La CNN aveva battezzato i boeing dell’Alitalia usati dal Papa, gli Shepherd One. Un po’ come l’Air Force One del presidente americano.
Qualche mese fa, visti i costi piuttosto salati a carico delle testate giornalistiche ammesse a bordo per seguire le missioni papali, i vaticanisti avevano chiesto alla Santa Sede di rivedere i costi e magari prendere in considerazione di affittare dei voli da Ryanair o Easy Jet. Finora la lettera inviata non ha mai avuto alcuna risposta anche se la possibilità che Papa Bergoglio in futuro si affidi ad una compagnia low cost si avvicina Leggi l'articolo completo su
Il Mattino