Città del Vaticano – «Sparlare degli altri è un virus più brutto del covid». Mai spiattellare ai quattro venti gli sbagli degli amici...
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All'Angelus Bergoglio ha affrontato il tema della cosiddetta correzione fraterna. Che fare allora quando un fratello o una sorella sbagliano? Tra i suggerimenti forniti – ha spiegato - molti sono contemplati nel Vangelo. «Gesù, infatti, suggerisce una pedagogia del recupero, articolata in tre passaggi. In primo luogo dice: Ammoniscilo fra te e lui solo cioè non mettere in piazza il suo peccato. Si tratta di andare dal fratello con discrezione, non per giudicarlo ma per aiutarlo a rendersi conto di quello che ha fatto».
Francesco a questo punto, andando a braccio rispetto al testo scritto, ha approfondito l'argomento ricordando che quando vengono notati «uno sbaglio o una scivolata di un fratello» la prima cosa è farne un pettegolezzo. «Andare a raccontare agli altri, a chiacchierare. Ma le chiacchiere chiudono il cuore alla comunità». I danni che questo atteggiamento causa sono diversi. Addirittura minano «l'unità della Chiesa». Francesco è convinto che dietro a questa deriva ci sia una azione diabolica. «Il grande chiacchierone è il diavolo che sempre va dicendo cose brutte sugli altri, perché lui è il bugiardo che cerca di disunire la chiesa, disunire i fratelli e dividerli».
Parlando dalla finestra del palazzo apostolico ha così ripetuto che è importante fare sforzi per evitare gossip, maldicenze, calunnie. Un tema che ha affrontato in diverse predicazioni. «Facciamo uno sforzo. Lo sforzo indicato è l'imitazione dell'amore di Gesù che ha accolto pubblicani e pagani scandalizzando i benpensanti dell’epoca. Non si tratta perciò di una condanna senza appello, ma del riconoscimento che a volte i nostri tentativi umani possono fallire, e che solo il trovarsi solo davanti a Dio può mettere il fratello di fronte alla propria coscienza e alla responsabilità dei suoi atti».
Se la correzione fraterna non dovesse funzionare ecco che allora «è meglio il silenzio e la preghiera che viene definita una sana abitudine». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino