Vaticano, Pell incriminato per pedofilia: «Sono innocente, vado in Australia a difendermi»

Vaticano, Pell incriminato per pedofilia: «Sono innocente, vado in Australia a difendermi»
Il cardinale George Pell ha dichiarato di «rifiutare in tutto le accuse» che gli vengono rivolte di abusi sessuali, di voler tornare in Australia per difendersi e di...

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Il cardinale George Pell ha dichiarato di «rifiutare in tutto le accuse» che gli vengono rivolte di abusi sessuali, di voler tornare in Australia per difendersi e di avere più volte nei mesi scorsi e anche recentissimamente, messo il corrente il Papa di questa situazione. Lo ha dichiarato ai giornalisti in sala stampa vaticana.


«Queste questioni - ha detto il cardinale George Pell in una dichiarazione resa in inglese ai giornalisti in sala stampa vaticana - sono state oggetto di indagini ormai da quasi due anni. Sono state fatte filtrare notizie ai media, un accanimento senza tregua e per più di un mese dichiarazioni relative al fatto che la decisione sulle accuse sarebbe stata 'imminentè. Adesso - ha rimarcato il porporato - sono contento che finalmente potrò difendermi nei tribunali». «Rifiuto in blocco le accuse contro di me - ha aggiunto - sono false. Aborrisco la sola idea degli abusi sessuali». «Il Santo Padre - ha detto ancora Pell - è stato da me costantemente informato durante questo lungo periodo, ed ho anche avuto l'occasione di poter parlare con lui recentemente, nei giorni scorsi, circa la necessità di prendermi un congedo temporaneo per poter difendere il mio nome. Sono grato a sua santità - ha proseguito il prefetto per l'economia - per avermelo concesso di modo che io possa tornare in Australia. Ho parlato con i miei avvocati per comprendere le tempistiche del mio rientro e ho consultato i miei dottori per vedere quale sia il miglior modo per farlo».

Il porporato ha anche ricordato di essere stato «sempre molto coerente e chiaro circa il mio totale rigetto di queste accuse. La notizia riguardo queste accuse - ha rimarcato - rafforza la mia determinazione e il processo giudiziario mi darà l'opportunità di pulire il mio nome e tornare al mio lavoro a Roma».
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Il Mattino