Anche lo psicologo è in crisi. Uno su dieci non lavora e non studia, diventa «Neet», giovane senza speranze. E, per gli altri, dopo il 2008, lo stipendio...
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In Campania c’è uno psicologo ogni mille abitanti, negli ultimi anni è cresciuto il numero degli iscritti all’Ordine, la fascia d’età più rappresentata è quella compresa tra i 30 e i 34 anni, l’85% è donna: la psicologia si conferma una professione «in rosa». Tra i laureati, la maggioranza (il 64%) ha scelto un indirizzo clinico. Ma, dopo il tirocinio, obbligatorio per l’abilitazione, la formazione è continuata con attività di aggiornamento (62%), scuole di specializzazione in psicoterapia prettamente private (60%), corsi di formazione (38%) e altre esperienze. Sbocchi occupazionali? Il 62% ha un lavoro retribuito, il 17% segue corsi di formazione e il 17% fa anche volontariato, mentre l’11% non lavora, non studia e non si occupa di niente. I ricercatori fanno notare: «Con quest’ultimo dato, anche gli psicologi assumono a tutto campo comportamenti attribuibili alle difficoltà nella conciliazione di scelte di vita e di lavoro e alla sfiducia verso ogni futuro di quelli che vengono definiti Neet». Invece, è in cerca di prima occupazione il 20% dei professionisti interpellati. In genere, il tempo di inserimento è inferiore ai 6 mesi (il 28% delle volte), per un impiego qualsiasi, e supera i due anni (nel 29% dei casi) come psicologo. Il 48% esercita questa professione, il 32% è doppiolavorista, il 20% si dedica ad altro.
Loro raccontano: «Faccio una vita assurda». «Il lavoro è quello sempre della segretaria che ho continuato e mantenuto perché a oggi mi permette di vivere da sola con il mio compagno». «Sono precario e sono molto stanco di questo. Però, se potessi fare questo tutta la vita ne sarei molto felice». Quanto alla retribuzione, gli psicologi che guadagnano tra i 500 e i 1.000 euro netti al mese rappresentano il 35% del totale e tra i 1.000 e i 2.000 euro il 31%. Appare evidente il rischio povertà. «Il lavoro comincia a essere retribuito in maniera diffusa solo dopo i 40 anni. Risulta quasi una chimera fino all’età matura», si legge nel rapporto, che aggiunge: mettendo a confronto gli iscritti all’Ordine in Campania, prima e dopo il 2008, emerge innanzitutto una maggiore difficoltà di inserimento per qualsiasi lavoro. Se il 39% prima dell’inizio della crisi ha trovato occupazione in meno di 6 mesi, dopo solo il 25% è riuscito a farlo nello stesso lasso di tempo. E, più alte, risultano essere le percentuali di chi guadagna meno di 500 euro al mese (+19%) e tra i 500 e i 1000 euro (+19%). Chiesto, infine, agli psicologi un giudizio sulla formazione universitaria per l’inserimento lavorativo: il 60% ha la percezione di aver ricevuto una formazione poco adeguata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino