Niente da fare per Radio Radicale. Almeno per ora. Gli emendamenti al decreto crescita che chiedevano di prorogare la convenzione, ormai scaduta, sono stati giudicati...
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Radio Radicale, ultime ore per scongiurare la chiusura
La norma, all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, era stata bocciata in mattinata, poi il Carroccio aveva presentato ricorso, ma il Movimento 5 Stelle, nonostante qualche voce in dissenso, è rimasto contrario. Non è bastato il sì di tutti gli altri gruppi, perché era necessaria l'unanimità. D'altronde, le parole del sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, avevano gelato le aspettative dei lavoratori e dei sostenitori dell'emittente. «La mia posizione non è mai cambiata, se ci fossero state novità lo avrei annunciato. Questa è la posizione del governo e così rimane», aveva detto Crimi.
«Qualsiasi cosa accada è importante che la radio non sia spenta domani», ha detto dall'ospedale dove è ricoverato dopo 5 giorni di digiuno Roberto Giachetti, deputato Pd, in collegamento con una conferenza stampa alla Camera. «Queste iniziative sono serie e si interrompono quando si raggiunge l'obiettivo, speriamo questa sera», ha aggiunto. Alla conferenza anche il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio, l'amministratore delegato Paolo Chiarelli e l'editore Maurizio Turco, che hanno ricordato l'impossibilità per l'emittente di andare avanti senza una proroga, con il rischio per i lavoratori di rimanere senza stipendio già da giugno. Sono diverse le iniziative a sostegno dell'emittente, oltre a quella di Giachetti: Giuseppe Moles di Forza Italia digiuna dopo aver preso la staffetta da Maurizio Bolognetti, in sciopero della fame per 78 giorni. Il consigliere sardo Roberto Deriu ha interrotto lo sciopero della fame dopo tre tre giorni di digiuno. Ci sono appelli di costituzionalisti, penalisti, storici, internazionalisti e una petizione su Change.org, lanciata da Roberto Saviano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino