Le lacrime della mamma di Tiziana Cantone: «Che brutta pagina, i politici litigavano sul revenge porn»

Le lacrime della mamma di Tiziana Cantone: «Che brutta pagina, i politici litigavano sul revenge porn»
«È stata una bruttissima pagina per la politica quella vista ieri alla Camera, non pensavo si potesse arrivare a tanto». Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana...

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«È stata una bruttissima pagina per la politica quella vista ieri alla Camera, non pensavo si potesse arrivare a tanto». Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, ha la voce rotta dall'emozione, ma conserva una calma quasi irreale, una tranquillità che deriva dalla consapevolezza che prima o poi avrà giustizia per sua figlia e per tutte le altre donne esposte al feroce massacro dei video diffusi in rete.

 
Sembrava una bella giornata, la conferenza stampa in Senato con la promessa che si sarebbe fatta una legge. E poi?
«Non fa nulla che alla Camera non hanno votato quell'emendamento, l'importante è che la legge proposta dalla senatrice Elvira Lucia Evangelista del Movimento 5 Stelle vada avanti. Lei ha presentato un ddl per affrontare complessivamente il problema con una legge ad hoc».
 
Perché allora dice che è stata una brutta pagina per la politica?
«Perché mentre io ero in conferenza stampa al Senato per presentare ai giornalisti questo disegno di legge con i parlamentari del Movimento 5 Stelle, intanto alla Camera è come se avessero voluto battere sul tempo questo provvedimento. Altri partiti volevano prendersi la paternità della legge con un semplice emendamento che parla di revenge porn, ma in realtà parlare di revenge porn non ha senso».

Cioè?
«Che senso ha prendere in prestito parole anglosassoni? Revenge porn significa vendetta porno, ma che c'è di porno in una coppia che fa sesso nella propria intimità? E perché parlare di vendetta quando proprio il caso di Tiziana ci insegna che i video sono diffusi non solo per vendetta, ma per invidia, per divertimento e per tanti altri motivi?».

In che senso alla Camera volevano prendersi la paternità della legge?
«Hanno fatto una specie di blitz per arrivare primi ad approvare una norma per regolamentare questi casi, ma che tra l'altro sarebbe stata insufficiente. Quello che fa male è che ad alzare gli scudi siano state parlamentari di partiti che sono stati al governo prima e che non hanno fatto nulla quando potevano farlo. Volevano contendersi la paternità della legge e prendersi il merito senza avere fatto nulla prima».

Di Maio comunque ha detto che quell'emendamento andrà votato alla prima occasione utile.
«Possono pure votarlo quell'emendamento, ma l'importante è che vada avanti la legge presentata in Senato che - avvalendosi di esperti - darà una risposta definitiva a questo fenomeno dei video hard diffusi in rete senza il consenso dei protagonisti».

Lei ha pianto durante la conferenza stampa al Senato.

«Sono triste per quello che è accaduto alla Camera, ma vado avanti. Pensavo ovviamente a mia figlia, a tutto quello che abbiamo vissuto insieme, a quell'ultima vacanza trascorsa in Sardegna dove lei sembrava felice, ma allo stesso tempo io avvertivo un oscuro presagio. E poi le cattiverie che ho vissuto dopo: il merchandising sull'immagine di Tiziana, le cattiverie dei commenti sui social, il mercimonio di chi ancora oggi pubblicando il suo video guadagna milioni perché quei video, purtroppo, sono ancora online». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino