«Blog in dismissione» dopo i tanti riflettori puntati. Anche in seguito all'inchiesta pubblicata da Il Mattino, sul sito web di incontri «Reverendis»...
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Nemmeno ci si saluta, niente convenevoli e subito si va al sodo. «Età, di dove sei?», sono le prime domande per rompere il ghiaccio che vengono rivolte attraverso dei messaggi privati. In pochi muniti decina le richieste dello stesso tenore. Poi il contatto da parte di un nickname che recita Don Roberto. Dice di essere un prete di Acerra. Eppure, proprio come ci si può nascondere anonimamente dietro il drappo nero di un confessionale in una chiesa, anche nel web è possibile celare la propria identità.
Impossibile sapere se quel nickname possa corrispondere ad un vero prelato. «Dipende se vuoi fare il prete... O il frate missionario», esordisce. Dopo qualche minuto Don Roberto consiglia di rivolgersi alla diocesi di Pozzuoli. E chissà se il motivo di questa risposta sia da ricercare nelle ultime rivelazioni sui preti che avrebbero adescato alcuni minori proprio in quella diocesi.
Sono circa cento gli utenti connessi per l'intero pomeriggio. In molti discutono sull'opportunità della chiusura del sito e si chiedono se sono state già trovate soluzioni alternative. «I preti sono ovunque risponde uno dei moderatori della pagina - non sarà difficile trovare altre chat per incontrarli».
Uno degli amministratori del sito ha il nickname che è tutto un programma: si chiama Reverendo Moderatore e ha il suo bel da fare per censurare tutte le oscenità che vengono proferite nella chat pubblica. Un utente chiede se sono collegati «preti attivi e dotati in Puglia», ma viene subito bannato. E di richieste di questo genere non mancano nonostante qualcuno avvisi che il sito è monitorato dalla polizia postale e dal Vaticano.
Per questo motivo, dopo il risalto mediatico degli ultimi giorni, si è ancor più puntigliosi del solito verso chi eccede nel linguaggio. C'è un ragazzo che si fa chiamare «Carino e curioso», ma subito gli viene chiesto dagli admin di modificare il suo nickname. Inutili le proteste da parte dell'utente. Qui su Reverendis ormai non è tollerato alcun tipo di allusione a determinate curiosità, almeno in pubblico.
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Il Mattino