Roma, indagati 4 vigili al Tuscolano: «Licenze facili per gli amici»

Roma, «licenze facili per gli amici»: indagati 4 vigili al Tuscolano
C’è una indagine di corruzione che riguarda la polizia municipale di Roma. Il VII gruppo Tuscolano. Un’inchiesta delicata. Il nucleo tributario della Guardia di...

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C’è una indagine di corruzione che riguarda la polizia municipale di Roma. Il VII gruppo Tuscolano. Un’inchiesta delicata. Il nucleo tributario della Guardia di Finanza ha messo nel mirino quattro caschi bianchi. Nei giorni scorsi sono stati perquisiti anche gli uffici degli agenti. Le fiamme gialle hanno sequestrato i personal computer, i telefonini dei poliziotti su cui pende l’inchiesta dei pm.


La finanza indaga per verificare un giro di mazzette per sbloccare autorizzazioni amministrative, concessioni comunali, pratiche edilizie. Per gli investigatori sarebbe stato creato un sistema che coinvolge anche lo studio di un professionista. Chi voleva ottenere licenze o permessi, con la certezza di non incorrere in bocciature o non ricevere controlli fiscali da parte dei vigili, si doveva rivolgere a questo ufficio consigliato da alcuni agenti di Roma Capitale. E così le fiamme gialle sono piombate anche nello studio del geometra. Una perquisizione. Di fatto sarebbe emerso come lo studio in questione abbia ottenuto tutta una serie di incarichi per il disbrigo delle più differenti pratiche. 

Pratiche la cui autorizzazione finale era sempre subordinata ai controlli finali dei vigili: verificare, si tratta di un esempio, lo spazio occupato dai tavolini di un locale, la regolarità delle licenze. 

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Gli investigatori hanno appurato che molta della documentazione presentata al Municipio dall’ufficio del geometra era incompleta, con evidenti errori. Nonostante tutto però chi si affidava a quello studio non incorreva in nessuna sanzione, gli stessi vigili quando realizzavano i controlli nelle relazioni erano estremamente superficiali. Insomma venivano omesse violazioni palesi. 

Per questo motivo gli inquirenti sospettano che ci sia in piedi un sistema collaudato di corruzione. Dove molti gestori di locali, bar, ristoranti, negozi, attività in generale, venivano indirizzati in quello specifico studio, considerato vicino ai vigili. I privati pagavano una quota più alta del solito, tuttavia avevano la garanzia di non ricevere controlli severi e di non vedere rigettata la loro domanda. 

Gli investigatori, adesso, stanno analizzando il contenuto dei dispositivi sequestrati ai tre agenti. Materiale dal quale gli inquirenti puntano a trovare le conferme all’ipotesi di corruzione. Non è da escludere che la vicenda possa allargarsi coinvolgendo altri esponenti delle forze dell’ordine. 

Intanto l’inchiesta procede. Per adesso i poliziotti non sono stati interrogati. Atto istruttorio, però, che è possibile verrà fatto tra un paio di mesi.

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Non è questo un caso isolato di corruzione all’interno del corpo dei vigili urbani nella Capitale con la complicità di studi compiacenti. A febbraio, infatti, era stato arrestato dai suoi colleghi un funzionario del terzo gruppo Nomentano. Per la procura il vigile aveva messo in vendita la propria funzione per denaro. Erano stati diversi gli episodi che gli erano valsi, sei mesi fa, gli arresti domiciliari. 


Nel capo di imputazione si legge che il “pizzardone” aveva messo «la propria funzione» a «disposizione» di un geometra che curava la pratica edilizia di una sala scommesse da aprire in via Renato Fucini. L’autorizzazione ai lavori era stata negata perché il locale sarebbe stato troppo vicino a una scuola, ma il vigile, a settembre 2019, si sarebbe impegnato per sbloccare le pratiche. In cambio, il geometra lo avrebbe aiutato a vendere un terreno di proprietà della sua famiglia, al prezzo di 270mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino