Le scuse di Sala: «Parlato di Avellino perché era ironia su Di Maio»

Le scuse di Sala: «Parlato di Avellino perché era ironia su Di Maio»
«Se è così me ne scuso, ovviamente, era un po' di ironia su Di Maio. Mica ce l'ho con gli avellinesi, anzi ci mancherebbe altro. Riguardo Mastella, ma...

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«Se è così me ne scuso, ovviamente, era un po' di ironia su Di Maio. Mica ce l'ho con gli avellinesi, anzi ci mancherebbe altro. Riguardo Mastella, ma dopo quarant'anni ancora Mastella dobbiamo ascoltare? E va beh... Me ne farò una ragione». Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala è tornato sulle polemiche relative all'aperture domenicali dei negozi e sulle proteste di chi, come il sindaco di Benevento Clemente Mastella, si è sentito offeso per le sue parole. Se dovessero approvare una legge in merito, «troveremo delle formule tipo promuovere un referendum o qualche forma del genere perché, ripeto, è qualcosa che qua non funziona», ha aggiunto.


Sala ha aggiunto che «il tema non è semplicemente quello delle chiusure e delle aperture, ma anche di un modo di intendere la società e la linea politica. Alla fine io ritorno sempre un po' a quello che il mio slogan: la solidarietà si coniuga con lo sviluppo. Quindi bisogna andare avanti. I diritti dei lavoratori certo che sono fondamentali. Anzi, prendo la cosa positiva di tutto ciò come uno stimolo ad approfondire ancor più con i sindacati il tema dei diritti dei lavoratori». Sala ha però definito «una follia» il fatto che «adesso si voglia trasformare Milano in una città dove i diritti di tutti non siano perseguiti da chi l'amministra: noi tuteliamo tutti i diritti, anche dei lavoratori», ha aggiunto. «Io devo anche pensare - ha concluso Sala - a quello che va bene per Milano e può non andare bene per il Paese, ma Milano, ripeto, è una città che ha deciso di funzionare in un certo modo e quindi io difendo quello» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino