Una vera e propria centrale del falso a pochi passi da via Ariosto, dal cosiddetto ghetto in cui, stando agli inquirenti, sino allo sgombero del maggio scorso si producevano...
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Nel corso di un blitz, effettuato dai militari della sezione mobile del nucleo di polizia tributaria di Pescara, sono stati trovati nell'abitazione oltre 600 pezzi di griffe di marchi famosi apposti su scarpe ed altra merce destinata sicuramente ai venditori ambulanti, che in questo periodo affollano le spiagge. Sequestrati inoltre marchi e collanti pronti ad essere usati per il confezionamento di altri articoli illegali. A far scattare l'operazione delle fiamme gialle, il continuo andirivieni nell'abitazione di persone soprattutto in orari notturni. Movimenti che li hanno insospettiti. E' molto probabile che dopo lo sgombero delle palazzine di via Ariosto, alcuni degli ex inquilini abbiano deciso di proseguire la loro attività illecita senza spostarsi dalla zona, che ormai era diventata un punto di riferimento per acquirenti e grossisti del falso.
Proprio durante gli interventi di sgombero nel ghetto, sempre la finanza aveva scoperto e sequestrato in alcuni appartamenti circa 20 mila articoli contraffatti tra capi di abbigliamento ed etichette, oltre a 1.500 cd. Qualche mese prima, a marzo, durante un controllo all'interno del complesso edilizio "La Residenza" di via Ariosto, la squadra mobile aveva sequestrato un migliaio di capi di abbigliamento contraffatti tra felpe, magliette, pantaloni e borse di noti marchi di moda sia nazionali che esteri, per un valore sul mercato nero di circa 40 mila euro. Una centrale a tutti gli effetti del falso. Era stato trovato anche materiale utilizzato per produrre falsi capi tra cui una macchina da cucire professionale, 29 matrici in ottone per contraffare i marchi e una pressa. Poi erano seguite altre operazioni. Riguardo all'ultima, quella dell'altro ieri in zona grandi alberghi, la guardia finanza sottolinea che è il risultato del costante presidio attuato sul territorio a difesa della legalità, "volto a reprimere tutti quei comportamenti in grado di minare la sana e leale concorrenza tra gli operatori del mercato, in danno dell'economia nazionale e del lavoro". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino