La data è il 17 dicembre: martedì prossimo infatti dovrebbe sbloccarsi l'impasse che si è verificato in Senato dove alcune commissioni fondamentali sono...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E proprio sul versante salute il ministro Speranza ha aperto lo spoils system silurando il dg di Agenas, l'Agenzia del ministero che sovrintende sui servizi regionali: Francesco Bevere, rinnovato appena tre mesi fa, da ieri non è più il direttore generale. Nella lettera inviatagli dal vertice del ministero si chiede anche al manager di mettersi a disposizione del direttore del personale del dicastero di Lungotevere Ripa. Già integrata, invece, la commissione Lavoro dove il seggio lasciato libero dalla siciliana Nunzia Catalfo, del M5s, divenuta ministro, è stato assegnato a Iunio Valerio Romano, eletto in Puglia. Dunque, il Sud ha «conservato» il seggio.
LEGGI ANCHE Di Maio: «Prima la manovra poi il contratto di governo»
Situazione complessa in commissione Difesa, dove Donatella Tesei, della Lega, ha lasciato la presidenza dallo scorso 2 dicembre, dopo essere stata eletta governatrice dell'Umbria nelle elezioni regionali del 27 ottobre. I lavori per ora sono coordinati dalla vicepresidente Daniela Donno del M5s ma i giochi per l'elezione del presidente sono aperti. Il Pd rivendica la guida della commissione che però potrebbe andare ai Cinquestelle dal momento che i Dem esprimono già il ministro, Lorenzo Guerini. Per la verità ci sarebbe anche IV che ambisce a questa carica e propone Laura Garavini. Occhio ai numeri: il Pd ha solo due componenti, il M5s sette, la somma dei componenti del centrodestra è nove (4 Fi, 2 Fdi, 3 Lega). Quanto alle altre commissioni - di Camera e Senato - lo stesso Carroccio, passato all'opposizione, non ha nessuna intenzione di lasciare le presidenze, almeno fino a metà legislatura, quando per statuto (e per prassi) vengono riaggiornate. Dunque per ora sembra essere prevalsa la tesi sostenuta da Claudio Borghi (a capo della commissione Bilancio di Montecitorio) e Alberto Bagnai (presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama). Nel dettaglio: alla Camera, i leghisti hanno ancora la presidenza della cruciale commissione Bilancio (Borghi), poi Ambiente (Benvenuto), Trasporti (Morelli), Attività produttive (Saltamartini), Lavoro (Giaccone). Al Senato, oltre alla sesta commissione Finanze e tesoro (Bagnai), Salvini controlla le presidenze delle commissioni Affari costituzionali (Borghesi), Giustizia (Ostellari), Istruzione (Pittoni), Agricoltura (Vallardi). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino